La Viriditas e La Medicina di Santa Ildegarda

Ildegarda fu anticipatrice anche della cristalloterapia; convinta che pure nelle pietre risiedesse la viriditas, “l’energia verdeggiante”, il soffio vitale presente in tutto il creato, attribuiva loro poteri curativi, e in alcune sue opere, come il “Libro della semplice medicina” o “Phisica”, che include un erbario, un bestiario e un lapidario, e il “De Lapidibus”, suggerì diversi modi per catturarne i benefici effetti, indossandole o variamente preparandole.
Ad esempio, ai mentitori e alle persone inclini alla collera per guarire suggeriva di tenere in bocca un diamante; il topazio, invece, messo in una bevanda, neutralizzava qualsiasi veleno; la perla, sciolta in poche gocce d’aceto, ingerito, era efficace contro il mal di testa; l’ametista, strofinata sulle zone interessate, eliminava le macchie dal viso. 
Il suo contributo alle scienze naturali, illustrato da due libri che sintetizzano tutto il sapere medico e botanico del tempo funzionali alle cure con le erbe e che vanno sotto il titolo di Physica (Storia naturale o Libro delle medicine semplici) e Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte).
Questa energia verdeggiante vitale detta Viriditas è presente in tutti i vegetali
Chakra Anahata - Viriditas  


Il colore verde è formato dall’unione tra il giallo (sole, oro) ed il blu (attrazione/cielo), è quindi il colore connesso a fortuna e prosperità. È anche il colore della vegetazione. Le piante divengono verdi, germogliando dopo la morte apparente dell’inverno; in alcuni testi alchemici, questo passaggio si chiama “Viriditas” ed è successivo alla “Nigredo”. Simboleggia la rinascita, il germogliare.
Il verde è connesso alla guarigione, attrazione e sucesso, influenza il lato pratico della relazione, la fedeltà, l’equilibrio.
È il colore che governa il chakra del cuore e tutte le energie di guarigione


La medicina di Santa Ildegarda Questo scritto è una sintesi, a cura di Loris Asoli, dei pannelli sulla medicina monastica presenti durante la manifestazione Herbaria 2006 di Abbadia di Fiastra (MC), all’interno del chiostro. Il materiale originario, preparato dalla dott.ssa Rossella Andreazza di Recanati, si trova pubblicato nel sito http://www.herbaria.it. La sintesi si è limitata alle parti attinenti alla medicina e alle concezioni mediche di Santa Ildegarda, che rappresentano, comunque, il corpo principale del lavoro. L’uso del materiale originario è stato permesso dall’autrice.


Vita e opere La Badessa Hildegard von Bingen è la grande santa vissuta in Germania dal 1098 al 1179, mistica e studiosa di medicina, consigliera di principi, papi e imperatori per più di mezzo secolo. In Italia viene chiamata “Santa Ildegarda”.
Hildegard, decima figlia di una ricca famiglia residente vicino a Magonza, è di salute cagionevole e spesso malata, fin dai quattro anni ha visioni che non riesce a comprendere e a otto anni entra in convento, nell’eremo annesso ad un monastero benedettino. A quattordici anni prende i voti conformandosi alla regola “Ora et Labora”, con particolare dedizione al perseguimento della virtù. Con questo obiettivo si prefigge di insegnare agli uomini come mantenersi nella bontà e nella salute, spiegando come ci si deve prendere cura della propria mente attraverso un’attenta cura del proprio corpo.
A trent’otto anni diventa badessa e poco dopo… “nel mio quarantesimo compleanno di vita, mentre con notevole timore e attenta partecipazione ero immersa in una visione, una luce brillantissima mi invase il cervello e accese il mio cuore e il mio spirito, come una fiamma che ardeva, ma non scottava, come il sole riscalda ciò su cui riversa i suoi raggi.”
Riceve l’ordine dal cielo di comunicare le sue visioni per iscritto e questo la porta a produrre nella vita una vasta mole di opere che testimoniano la sua notevolissima conoscenza della Natura, della Medicina e dell’animo umano.
Fra gli scritti di Santa Ildegarda vi sono 6 dei 9 volumi della raccolta “Physica” in cui si esamina cosa si deve fare per mantenere la salute, e cinque volumi che costituiscono il “Libro della medicina composta” dove si studia come si generano le malattie e come si curano. Negli altri testi vengono trattate le scienze naturali, ma anche l’azione sull’organismo umano di tutto ciò che è commestibile. Un’altra famosa opera è l’ “Herbaria semplicium”, che raccoglie tutte le piante coltivate nei conventi da cui venivano tratti i rimedi.
Ella scrive di “aver ricevuto da Dio, come dono particolare, la facoltà di comprendere i misteri celati nell’essenza di ogni creatura.” In ogni caso, aggiungeva la conoscenza derivante dalle sue visioni alla cultura medica ed erboristica di ogni monaca del suo tempo, e proponeva un tipo di medicina basata sulla considerazione globale dell’individuo: i disturbi di una persona venivano da lei esaminati nei loro effetti sul corpo, sulla mente e sull’anima e cercava la soluzione ai problemi particolari della malattia affrontando la situazione generale di vita dell’individuo malato. In questo aspetto la medicina Ildegardiana è molto attuale.


Una medicina “globale” Oggi si direbbe “medicina olistica”, la quale, infatti, per comprendere i processi di malattia e salute, prende in considerazione sia tutti tre gli aspetti dell’essere umano - il corpo, l’anima e lo spirito -. sia la relazione fra l’uomo e il cosmo e la natura. In questa direzione ci sono in Ildegarda molti spunti.

Il cuore. Per Ildegarda il cuore è la sede dell’anima e qui, nel cuore, l’organo capace di amore e gioia, nascono tutti i pensieri, quelli dolci come quelli amari: mentre i primi nutrono l’organismo umano e danno benessere, i secondi lo fanno inaridire e lo svuotano.
Lo stato d’animo che più giova al cuore è quello che corrisponde ad un atteggiamento mentale fiducioso e aperto, tollerante e colmo di gratitudine, compassionevole verso tutte le creature che, con la loro esistenza, collaborano a sostenere la vita.
In questo modo l’uomo si trova in sintonia con l’universo cui appartiene, come uno strumento bene accordato in una grande orchestra in grado di suonare meravigliose sinfonie.
Per Ildegarda “L’anima deriva dall’armonia celeste e conserva qualcosa di quello stato superiore”. Perciò ella vedeva nella musica uno strumento di armonizzazione dell’animo umano e fu compositrice prolifica di melodie meditative, nutrimento per la vita interiore.

Anima e corpo... In opposizione alla cultura del suo tempo che disprezzava il corpo come fonte di ogni male, Ildegarda affermava: “L’anima e il corpo sono una sola realtà. Grazie a corpo, anima e mente l’uomo è completo e in grado di agire e può fare cose meravigliose…”. E ancora: “corpo e anima vivono insieme e si fortificano a vicenda come fa il firmamento coi pianeti: collaborano e si rafforzano.”
Mettendo in guardia dal trascurare i bisogni del corpo diceva: “… da eccessive privazioni l’organismo umano viene danneggiato in quanto gli vengono negate le forze necessarie alla vita e in particolare alla vita virtuosa” e osservava come tali privazioni generino scontentezza e un atteggiamento mentale da cui non possono che derivare ostacoli alla possibilità di un’esistenza serena e predisposta all’amore verso gli altri.
Se la virtù viene per Ildegarda anche dalla forza vitale del corpo, è impedita dai sentimenti che turbano l’animo umano, impedendogli di mantenersi tranquillo ed equilibrato, allora ci si può aiutare col Finocchio che vince la malinconia, con la Salvia che consola e col profumo di Rosa che rallegra.
Scrive ancora Santa Ildegarda: "Quando l'anima percepisce qualcosa che è nocivo ad essa e al corpo, contrae il cuore, il fegato e i vasi sanguigni.. Allora intorno al cuore si forma per così dire, una nebbia, che lo avvolge creando oscurità che rende l'uomo triste; ma dopo la tristezza esplode la rabbia ... Dall'amarezza della bile insorge sordamente la rabbia... Quando poi questo sapore raggiunge il cervello dell'uomo, lo fa prima ammalare alla testa, poi scende nell'addome turbando gravemente i vasi sanguigni e l'intestino. Così, molto spesso, l'uomo si ammala gravemente a causa della rabbia".
E' sorprendente qui la connessione, che viene stabilita per via simbolica e analogica, fra le emozione e gli organi, fra
il mondo visibile e ciò che non si vede ma produce indiscutibili effetti.

La forza vitale. Nei libri di Ildegarda ricorre il termine latino Viriditas, che indica letteralmente ciò che è di colore Verde e che germogliando esprime freschezza e vigore. Con questo termine si intende la vitalità, l’energia creativa, che si perde quando viene a mancare la fede e subentra l’aridità del cuore, permettendo l’entrata di tutte le malattie. Il colore verde rappresenta per Ildegarda la salute sia fisica che spirituale La cura dunque può essere intesa anche come possibilità di assimilare dal mondo della natura quel tanto di Viriditas che è necessario per ripristinare l’equilibrio degli umori e recuperare la salute attraverso una forza rinnovata.
In opposizione alla Viriditas, c’è la Bile Nera che rende tristi e acuisce tutti i malesseri, “provoca disturbi al cervello, causa malinconia, depressione e impedisce di trovare consolazione o speranza, quindi l’uomo non prova più alcuna gioia. Se in una persona la normale bile sovrasta con le sue forze quelle della bile nera, ecco che è facile dominare l’ira, ma se la bile nera prevale ciò non accade. Per aumentare la normale bile è utile nutrirsi bene, con cibi gustosi, che fanno diminuire la bile nera, che aumenta quando si mangiano cibi cattivi e mal cucinati”.


Il valore dell’alimentazione L'Alimentazone è per Hildegard von Bingen il miglior mezzo di prevenzione, il fondamento su cui l'individuo, fin dalla più tenera età dovrebbe costruire la propria salute come forza vitale e capacità di resistere alle difficoltà sia fisiche che psichiche. Ognuno dovrebbe imparare ad esercitare la Discretio che significa "moderazione" e capacità di distinguere cosa giova da cosa nuoce. Potremmo chiamarla anche consapevolezza o autoriflessione.
"L'anima apprezza in ogni cosa il senso della misura, ogni gesto va compiuto con discernimento.". "Imparare a distinguere ciò che è bene da ciò che è male ed agire di conseguenza, in ciò sta la soluzione di ogni problema e grazie a ciò anima e corpo si placano." Osservare gli effetti di ogni tipo di cibo su di sé e regolarsi in merito è la miglior cura disintossicante e forse anche dimagrante! Lasciarsi prendere per la gola fino a trasformare il proprio ventre in un dio è dunque, per Ildegarda, uno dei pericoli maggiori.
Fondamentale è anche, per la santa, lo stato d'animo con cui ci si siede a tavola: chi non è sereno non riuscirà a digerire bene ciò che ha mangiato. Tutte le malattie che colpiscono stomaco e intestino manifestano per lei l'interazione tra corpo e anima: l'ira, l'ansia, la paura corrodono sia il fisico che lo spirito.
Dalle considerazioni di Ildegarda si deduce anche che l’anima umana “controlla” il metabolismo, cioè la trasformazione cui va soggetto il nutrimento che introduciamo nel corpo e che può diventare per noi sia un veleno che un elisir di lunga vita. Sono i pensieri, le emozioni e gli atteggiamenti che possono avere un effetto “terapeutico” oppure “tossico”, in relazione al loro contenuto e valore..
L'attenzione al cibo è anche sensibilità per le qualità nascoste degli alimenti: la Natura, nell'esprimersi attraverso il mondo vegetale e animale, ci trasmette messaggi che arrivano al profondo del nostro essere e che un occhio superficiale non può cogliere. La Subtilitas è la qualità sottile presente in tutti i cibi naturali, che sono creature divine, capaci di nutrire veramente. Per Santa Ildegarda la subtilitas, che può essere calda o fredda, secca o umida, è legata alle caratteristiche degli alimenti che ne determinano l'effetto benefico o dannoso sull'organismo umano.
Nei cibi di natura vegetale c’è poi, come abbiamo visto, la Viriditas, la "forza vitale verde" che è in grado di rigenerare gli esseri umani dalla perdita di energie fisiche e psichiche che hanno prodotto la malattia.
Le piante dunque, oltre che per i loro principi attivi, oggi individuati dalla botanica e dalla fitoterapia, trasmettono all'uomo la vitalità e la capacità di trasformazione, che scorre come linfa in ogni creatura vivente del mondo vegetale. La Gratitudine per questa forza trasmessa all'uomo dalle piante, e data a queste creature da Dio, è di per sé un sentimento fortemente terapeutico.
Ancora 4 semplici regole alimentari, valide oggi come ottocento anni fa:
- Cucinare gli alimenti con erbe aromatiche e spezie per renderli più digeribili.
- Preferire i cibi di stagione, per la salute del corpo... e del portafoglio.
- Consumare prodotti locali, più freschi di quelli che vengono da lontano.
- Considerare la genuinità dei cibi dal modo in cui vengono coltivati (o allevati).


I Quattro Elementi... Come per i grandi del passato, Aristotele per la fisica, Ippocrate e Galeno per la medicina, anche per la medicina monastica ogni cosa materiale è formata da quattro Elementi e al di sopra di essi vi è solo l'Anima. Scrive Ildegarda: "Dio ha creato anche gli elementi del mondo, essi sono nell'uomo e l'uomo opera in essi. Sono il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra; questi quattro elementi sono talmente congiunti ed uniti che nessuno di essi può essere separato dall'altro." Ildegarda mette in relazione:

- il Fuoco col cervello, il midollo e il sangue;

- l'Aria col respiro e l'intelletto;

- l'Acqua con tutti i liquidi corporei;

- la Terra col sistema muscolare e osseo.

Attraverso gli elementi l'uomo è in relazione col cosmo intero, formato degli stessi Fuoco, Aria, Acqua e Terra, che si trovano in ogni cosa esistente e ne determinano la qualità prevalente.
L’elemento Acqua è rappresentato nel Salice, le cui fronde si lasciano dolcemente trasportare dalla corrente, senza opporre resistenza al fluire della continua trasformazione. Il suo colore, vicino all’azzurro degli specchi d’acqua, ci nutre rinfrescandoci.
L’elemento Aria è rappresentato nella Betulla, albero lieve, ricco di giovane linfa, dalle foglie in perenne movimento, fruscianti ad ogni minimo soffio di vento. Il suo colore, vicino al giallo della luce che gioca tra i suoi rami, ci nutre col tocco della leggerezza.
L’elemento Fuoco è rappresentato nella Quercia (o Rovere), albero della forza e del coraggio, generoso nel dare vita, calore e riparo. Ricca e ospitale è la terra ai suoi piedi, il suo fusto è solido e sicuro. Il suo colore, vicino al rosso del sole al tramonto, ci nutre riscaldandoci.
L’elemento Terra è rappresentato nel Cipresso, albero della longevità, dal forte fusto che ben radicato nella terra svetta dritto verso il cielo. Il suo colore, vicino al blu della notte, ci nutre attraverso il riposo, come accade al nostro corpo nel sonno profondo.


Tre gruppi di malattie... Santa Ildegarda divide le malattie in tre categorie, all'interno delle quali oggi la scienza moderna può effettivamente rintracciare un comune denominatore.
Nel primo gruppo di malattie sono colpiti organi e tessuti che derivano, durante lo sviluppo dell'embrione, dal foglietto embrionale più esterno chiamato Ectoderma, da cui si formano il sistema nervoso, la pelle, le mucose degli orifizi e di alcuni organi interni.
Nel secondo gruppo di malattie sono colpiti organi e tessuti che si formano a partire dal foglietto embrionale intermedio detto Mesoderma, da cui si strutturano il tessuto connettivo e i vasi sanguigni, le ossa, i muscoli, il sistema renale e genitale.
Al terzo gruppo appartengono patologie che colpiscono organi costituiti da tessuti derivanti dall'Endoderma, foglietto embrionale più interno che da origine al tubo digerente e a quelle strutture organiche collegate alla gestione del nutrimento. Ogni parte del corpo è formata da tessuti originati da tutti e tre i foglietti embrionali, ma le caratteristiche strutturali e funzionali di ogni tessuto sono legate al foglietto da cui deriva. Per esempio l'apparato digerente è formato da tessuto nervoso e mucose (ectodermici), da cellule che secernono sostanze necessarie alla digestione (endodermiche), da vasi sanguigni e fibre muscolari (mesodermici). Non è irrilevante dunque affrontare una disfunzionalità organica chiedendosi quali tessuti colpisce prevalentemente, e cercare il rimedio alla malattia curando il tessuto alterato in relazione alla sua derivazione embrionale . Per esempio un problema allo stomaco può essere legato ad una alterazione del sistema nervoso, oppure alla inadeguata produzione di succhi gastrici o invece alla contrazione della muscolatura che interessa l'organo. Nei tre casi il rimedio non è lo stesso.


Le Erbe per l’ Ectoderma sono utili per: Sedare gli eccessi
Calmare
Riequilibrare
Rinfrescare
Sfiammare
Purificare
Rallegrare
Rigenerare

Secondo Santa Ildegarda la Lavanda è ricca di calore benefico, purifica il cervello e procura un intelletto puro.
La Melissa rende di umore allegro perché il suo calore riscalda la milza e tonifica il cuore.
L’Altea, macerata nell’aceto, è utile contro la febbre; per il mal di testa si usa l’olio in cui
la si è fatta macerare insieme alla Salvia.
Con un decotto di Semi di Lino si curano le scottature, si purifica l’epidermide e se ne facilita la ricostruzione.
La Primula raccoglie tutta la Viriditas del sole di mezzogiorno. Per questo scaccia dall’uomo la malinconia, se la si porta sul cuore a contatto con la pelle.
I petali di Rosa presi all’alba e posti sugli occhi, ridonano una vista limpida; ridotti in polvere e bolliti insieme alla Salvia sono un buon rimedio per chi va facilmente in collera.
Parole chiave: Pazienza e Tolleranza


Le erbe per l'Endoderma sono utili per: Favorire il Nutrimento
L’Appetito
La Digestione
Il Metabolismo
L’Assimilazione
La Trasformazione
L’Evacuazione

Secondo Santa Ildegarda :
I semi di Finocchio, in tisana, sono utili per la salute perché rasserenano la mente e favoriscono la digestione.
La Liquirizia migliora il carattere, illumina lo sguardo, rende chiara la voce e predispone lo stomaco alla digestione.
L’Assenzio mitiga la malinconia, disintossica l’intestino, riscalda lo stomaco e consente che il processo digestivo sia buono.
L’Issoppo restituisce allegria ai malati di fegato, ha una forza tale che non gli resiste neppure la pietra che si trova dove viene seminato; va mangiato spesso perché purifica e rende forte il fegato.
L’Erba Ruta è indicata contro l’umore tetro presente in quelle persone che hanno uno scompenso negli umori dell’organismo; essa migliora lo stato generale e favorisce la digestione per cui sarà buona cosa mangiarla a fine pasto.
Il Timo Serpillo, erba dal profumo intenso e gradevole, ben si adatta ai piatti di carne che rende più digeribili; è consigliato, insieme al Farro e alle Barbabietole per coloro che soffrono di eruzioni cutanee.
Parole chiave: Fiducia e Sicurezza


Le Erbe per Il Mesoderma sono utili per: Armonizzare la totalità
Il Movimento
La Circolazione
La Riproduzione
Tonificare
Rendere elastici
Migliorare il coordinamento e l'assialità

Secondo Santa Ildegarda
L’erba Peverella (Santoreggia) è consigliabile sia ai sani che agli ammalati; chi soffre di cuore o di stomaco consumandola cruda starà meglio, chi è d’umore tetro si rasserenerà.
La Salvia è straordinaria per eliminare i dolori e i disturbi delle vie urinarie.
Il Tanaceto combatte tutte le malattie che provocano espettorazioni: influenze, tossi e raffreddore.
L’Aglio si nutre della rugiada e cresce dal principio della notte fino a quando comincia ad albeggiare; è meglio mangiarlo crudo quando è fresco.
Insieme al Farro e al Finocchio, considerati benefici e adatti a tutti, il Castagno è la pianta più amata da Ildegarda che la ritiene dotata di molto calore, di grande forza e in grado di donare saggezza, utile per ogni forma di debolezza che affligga l’uomo, dalle malattie reumatiche all’umore irritabile.
“Tenendo in mano un bastone da passeggio ricavato dal suo legno, la mano ne viene riscaldata e da questo traggono giovamento le vene e tutte le forze del corpo”. 
http://web.resmarche.it/resmarche/articles/art_258.html

"All'inizio tutte le creature verdeggiarono, nel mezzo i fiori fiorirono, poi la forza vitale (viriditas) diminuì ... In principio, cioè prima del diluvio, la forza vitale della terra fu tanto grande che essa produceva frutti senza il lavoro umano, e allora gli esseri umani non avevano disciplina nella vita quotidiana né devozione verso Dio, e si occupavano soltanto delle cose terrene e dei loro piaceri. Dopo il diluvio, cioè nel tempo di mezzo, nell'epoca fra il diluvio e la venuta del Figlio di Dio, i fiori fiorirono rinnovando il loro succo e germinando con tutti i semi in modo diverso da prima, perché la terra era cotta dall'umidità delle acque e dal calore del sole. E come i fiori e i frutti si moltiplicavano più di prima, così la sapienza umana accesa dallo Spirito santo progredì finché non giunse la stella nuova che mostrava il Re dei re; la sapienza era accesa dal fuoco dello Spirito santo, per cui il Verbo di Dio si incarnò nell'utero della Vergine, cosa che indicava la stella, nella quale lo Spirito mostrò alle genti ciò che aveva compiuto nell'utero della Vergine; lo splendore della fiamma dello Spirito santo è il suono del Verbo, che ha creato tutte le cose. Lo Spirito santo fecondò l'utero della Vergine, e venne in lingue di fuoco sopra i discepoli del Figlio di Dio e fece molti miracoli fra i loro seguaci. Per questo quell'epoca che progrediva di virtù in virtù è stato chiamato tempo virile, e così durò per moltissimi anni e se ne curavano assai. Ma in seguito la viriditas perse la sua forza e si trasformò in debolezza femminile. "
Ildegarda di Bingen
(Liber divinorum operum, pars III visio X, PL 1005D-1006D)
http://www.webalice.it/paolorodelli/Ildegarda/h3_10.htm


ILDEGARDA DI BINGEN
O VIRIDITAS NOBILISSIMA

O viriditas nobilissima,
che hai radici nel sole,
e in candida serenità riluci
nella ruota
che nessuna altezza terrena
contiene,
tu sei circondata
dall’amplesso dei divini misteri.
Risplendi come la rossa aurora
E ardi come la fiamma del sole.

O nobilissima viriditas,
quae radicas in sole,
et quae in candida serenitate luces
in rota,
quam nulla terrena excellentia
comprehendis,
tu circumdata es
amplexibus divinorum mysteriorum.
Tu rubes ut aurora,
et ardes ut solis flamma.