LA COMUNITÀ DI QUMRAN E GLI ESSENI differenze sostanziali rispetto alla chiesa delle origini


Un particolare dell’area archeologica di Qumran

Filone Alessandrino, Giuseppe Flavio e Plinio il Vecchio convergono nell’attestare che i membri della setta di Qumran fossero Giudei chiamati Esseni. Giuseppe Flavio li indicava come una delle tre sette filosofiche giudaiche; le altre due erano quella dei Farisei e dei Sadducei. L’etimologia del nome esseno è incerta, anche se Giuseppe Flavio ha affermato, erroneamente, che significhi santo. Gli Esseni erano stanziati non solo a Qumran, ma in una zona più vasta: Giuseppe Flavio ha scritto che essi abitavano in moltitudine in ogni città. Filone Alessandrino ha parlato di più di quattromila Esseni che vivevano nella Siria palestinese. Plinio il Vecchio ha detto che gli Esseni erano situati sulla parte occidentale del mar Morto, lontano dalla costa. Gli Esseni erano noti per la loro condotta di vita ascetica: praticavano la comunione dei beni, si astenevano dal matrimonio (ma potevano adottare dei figli), erano tenuti ad obbedire ciecamente ai superiori e a giurare fedeltà assoluta al Manuale di disciplina. La trasgressione era severamente punita e poteva comportare anche l’allontanamento dalla comunità. L’osservanza del riposo sabbatico, ad esempio, era più rigida ancora di quella praticata dai Farisei.


La setta era formata da sacerdoti e da laici. Credevano nell’avvento di due Messia, uno proveniente dalla casa di Aronne e l’altro dalla casa di Davide: il primo era considerato più grande, perché discendente da una stirpe sacerdotale. Dai rotoli di Qumran si deduce che la setta degli Esseni dava una grande importanza apocalittica: la fine del mondo era percepita come imminente e sarebbe stata catastrofica, contrassegnata cioè da una lotta tra i figli della luce contro i figli delle tenebre, sia a livello celeste, sia a livello terrestre. Gli Esseni, che si identificavano nei figli della luce, avrebbero trionfato sui nemici d’Israele e goduto una beatitudine eterna.


Il teologo protestante Ethelbert Stauffer ha colto otto differenze sostanziali tra i monaci di Qumran e la comunità cristiana delle origini: 1. Il clericalismo: per gli Esseni i sacerdoti occupavano un ruolo molto importante, mentre nella chiesa primitiva non esisteva ancora una classe sacerdotale. 2. Il ritualismo era più dettagliato di quello della comunità neotestamentaria, quasi inesistente, 3. L’amore per i figli della luce e l’odio per i figli delle tenebre era una prassi dei monaci di Qumran. L’insegnamento di Gesù, invece, abbracciava l’amore anche per i nemici. 4. Il militarismo, che appare nella guerra tra i figli della luce e i figli delle tenebre, anche se simbolico, contrasta con il messaggio della non violenza proposta da Gesù. 5. L’interesse degli Esseni per il calendario era totalmente assente per i cristiani. 6. Il carattere esoterico della comunità di Qumran e del suo insegnamento si contrappone al messaggio universale di Gesù. 7. La credenza di due Messia da parte degli Esseni non trova riscontro nella tradizione cristiana. 8. La disapprovazione del sacerdozio di Gerusalemme e del culto del tempio degli Esseni, non si trova nel comportamento di Gesù e nella prassi della chiesa primitiva. Gesù e la comunità cristiana hanno sempre frequentato il tempio (fino al 70, l’anno della distruzione da parte dei romani).


Da tutto questo si deduce l’affermazione di alcuni studiosi, che ritenevano Gesù originario della comunità degli Esseni, è totalmente infondata.E quindi anche la chiesa neotestamentaria era assai distante dall’impostazione degli Esseni.


Ci sono anche alcuni archeologi, i quali sostengono che i monaci di Qumran non fossero affatto Esseni.


Lorenzo Cortesi

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