Rennes Le Chateau: viaggio nel mistero.

 Introduzione ad un supposto enigma templare.

Cosa si cela in questa cittadina del sud della Francia?

di Enrico Baccarini©

tratto da ARCHEOMISTERI, I Quaderni di Atlantide, n° 10 Lug./Ago. 2003 (Rivista cessata nel 2008)



Rennes-le-Chateau è una piccola cittadina dei Pirenei nel distretto dell’Aude. Oggi non si contano oltre quaranta anime tra i suoi abitanti, ma ogni anno oltre 25.000 visitatori si recano dentro le sue mura. Ricca di misteri e di numerosi segreti, l”affaire” di Rennes-le-Chateau fece la sua prima comparsa nel mondo dei media nel 1972, quando il giornalista e ricercatore Henry Lincoln presentò al pubblico inglese tre documentari per la nota rete televisiva BBC. Grazie al contributo di Richard Leigh e Michael Baigent ne seguì un best-seller mondiale, tradotto in oltre 22 lingue, “The Holy Blood and The Holy Grail(1) e con oltre sei milioni di copie vendute in tutto il mondo.


Il mistero legato a Rennes-le-Chateau ebbe così inizio
Dai lontani anni Settanta ad oggi il panorama “investigativo” mondiale ha portato centinaia di curiosi e ricercatori ad interessarsi dei misteri legati a questa piccola cittadina e due bibliografi inglesi hanno contato solo fino al 1988 non meno di 437 tra libri e pubblicazioni stampate in merito a questo piccolo paese. Ma che cosa si cela dietro questo mistero? I primi dati di cui disponiamo risalgono alla fine del XIX secolo quando un prete di nome Berengere Sauniere venne nominato curato di questa piccola cittadina.
Nato a pochi chilometri da Rennes-le-Chateau, a Montazel, Sauniere fin da piccolo mostrò un profondo interesse per le arti e la cultura spingendo i propri genitori a farlo entrare in seminario per poter coltivare proficuamente tali interessi (ovvero entrando di buon grado in una istituzione che avrebbe permesso di non gravare ulteriormente sulla sua già numerosa famiglia). Il 1 giugno 1885 Sauniere, 33enne, viene nominato parroco a Rennes-le-Chateau, il suo stipendio non è superiore a pochi franchi per anno(2), talmente pochi da costringerlo ad iniziare ad andare a caccia e a pesca per poter sopravvivere decentemente oltre alle scarse donazioni effettuate dai parrocchiani nei suoi confronti. Tale condizione durerà per circa sei anni, fino a quando non assunse alle proprie dipendenze una giovane diciottenne, Marie Denarnaud, che lo aiuterà fino alla sua morte condividendo con Padre Sauniere i misteri di questo piccolo borgo. La situazione non era però migliorata e al tutto si aggiunsero grossi problemi inerenti la piccola chiesetta del paese, oramai quasi diroccata e con gravi problemi strutturali. Fu però proprio da questa piccola chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena che il mistero sembrò iniziare, un mistero legato al restauro di un edificio costruito nel 1059 e consacrato nel 1225.

François Bérenger Saunière

L’antica cittadina di Rennes-le-Chateau era stata ricostruita posteriormente su un antico sito visigoto del VI secolo dopo Cristo. Antico dominio dei conti di Razés, dei Marchesi Blanchefort e dei signori di Hautpoul, la cittadina era stata nei suoi secoli di storia la capitale dell’Impero Visigoto, nonché luogo sacro per le antiche popolazioni celtiche. Al dominio e al potere seguì però un’epoca buia caratterizzata nei secoli dalla lenta decadenza del paese, decadenza che condusse Rennes-le-Chateau a trasformarsi in un “semplice” borgo urbano. Sauniere, pur disponendo di ben magre finanze, fin dal suo insediamento aveva cercato di portare avanti un progetto per restaurare la povera chiesa e riportarla ad uno stato di vivibile utilizzo. Alcune cronache dell’epoca ci raccontano come durante i periodi invernali, durante la messa, la pioggia entrasse dal soffitto quasi interamente bucato, bagnando sia Sauniere che i fedeli raccolti. Una piccola raccolta di fondi venne avviata nel paese per iniziare la ristrutturazione della chiesa. Sauniere, privo di eccessivi scrupoli e di forte tempra, si coinvolse in prima persona per risparmiare sui costi della manovalanza. Si iniziò smantellando alcune pareti ed il tetto ormai totalmente distrutti. I lavori sembravano procedere alacremente e Sauniere, a detta delle scarne cronache del tempo, è l’artefice del lento recupero di questa piccola parrocchia.
Le sue gioie ed i suoi dolori futuri avrebbero di lì a poco cambiato il corso della sua vita. Quando l’attenzione del prete e degli operai venne rivolta al restauro dell’altare maggiore il mistero e le scoperte sembreranno iniziare a rincorrersi fino ai giorni odierni. L’altare possedeva infatti una lastra di marmo, datata al XII secolo, posta in corrispondenza di una colonna di legno altrettanto vecchia. Quando si procedette a rimuovere la lastra di marmo ci si accorse che la colonna alla sua base possedeva delle cavità. Incuriositi da questa strana scoperta il prete e gli operai si ritrovarono poco dopo davanti ai loro occhi tre oppure quattro pergamene (le due versioni dipendono dalle varie fonti) probabilmente redatte dal precedente curato. Le strane pergamene erano state disposte all’interno di alcuni cilindri con i sigilli dell’Ordine dei Cavalieri Templari portando le date del 1270 e del 1274.
Questo quanto la tradizione e le testimonianze ottenute nella metà del ‘900 permisero di appurare sul ritrovamento di queste strane pergamene.
L’emozione di Sauniere per questa scoperta lo portò sicuramente a ricordare le antiche leggende del posto che raccontavano come un grosso tesoro fosse stato nascosto nei pressi della sua cittadina dai Cavalieri Templari e/o dagli eretici Catari. La speranza di trovare oro e gemme all’interno dei cilindri venne delusa quando il curato si trovò davanti a delle pergamene vergate in latino. La delusione probabilmente fu maggiore quando il giovane Sauniere si accorse che due di queste pergamene sembravano riportare fedelmente alcuni brani tratti dal vangelo di Luca. Le varie versioni oggi “disponibili” di questo mistero ci raccontano però come dopo la prima delusione Sauniere si fosse rivolto al proprio superiore, Mons. Felix Billard, che indirizzatolo a Parigi gli avrebbe permesso di decifrare le misteriose pergamene. Una volta venuti alla luce, i messaggi sembrarono richiamarsi ad un tesoro sepolto e ad un corpo inumato nella zona di Rennes-le-Chateau.


“A DAGOBERT II ROI ET A SION EST CE TRESOR ET IL EST LA MORT” (trad.: “A Dagoberto II Re e a Sion appartiene questo tesoro ed egli è la morte”) seguito da un altro messaggio altrettanto criptico rinvenuto nella seconda pergamena, “BERGERE PAS DE TENTATION QUE POUSSIN TENIERS GARDENT LA CLEF PAX DCLXXXI PAR LA CROIX ET LE CHEVAL DE DIEU J’ACHEVE CE DAEMON DE GARDIEN A MIDI POMMES BLEUES” (trad.: “Pastorella, nessuna tentazione, che Poussin e Teniers tengono la chiave. Pace 681. Per la croce e questo cavallo di Dio io compio [o anniento] questo demone guardiano a mezzogiorno. Mele azzurre”).


Un messaggio che allora, come forse anche oggi, potrebbe sembrare insulso e privo di significato ma che contestualizzato nel Redhae, la regione di Rennes-le-Chateau, potrebbe assumere ben chiari significati. Le altre due pergamene rinvenute da Sauniere sembravano essere invece delle genealogie, secondo alcuni a testimonianza di una sopravvivenza della dinastia francese dei Merovingi, secondo altri inerenti legami di sangue tra antiche famiglie della zona. È proprio da questi legami di sangue che successivamente si ipotizzeranno scenari curiosi quanto incredibili ma, fino ad oggi, inverificabili.
Nel corso degli anni diversi detrattori hanno cercato di smitizzare il mistero di questa cittadina affermando che sia le pergamene che il mistero nato negli anni successivi al 1970 erano unicamente il frutto di abili operazioni commerciali di Lincoln e colleghi insieme ad un curioso giornalista di nome Gerarde de Sede. Se forse è possibile rinvenire realmente nel materiale di questi autori fattori “di disturbo” o semplici illazioni gratuite, è bene ricordare che comunque l’enigma sorto dietro questa cittadina viene fatto risalire direttamente alla giovane perpetua di Sauniere, Marie Denarnaud, quindi direttamente a chi Sauniere aveva confidato parte delle proprie scoperte e dei propri affari.
Le scoperte però non sembrarono finire poiché gli scavi continuarono, questa volta in gran segreto e senza l’aiuto degli operai. Sauniere riuscì infatti a scoprire una antica cripta posta sotto l’altare maggiore della chiesa e le ossa di due non ben precisati individui con alcuni monili e armi indosso. Tale scoperta è stata recentemente suffragata da non meno di due spedizioni che sono riuscite ad identificare, attraverso l’utilizzo di “georadar”, proprio sotto l’altare maggiore della cappella una piccola struttura artificiale perfettamente quadrata insieme ad un’altra simile posta sotto la oggi nota comTorre di Magdala.
Ma le scoperte non sarebbero finite perché se la cripta degli Hautpoul-Blanchefort conteneva i resti di tutti i membri di quella famiglia, cosa era nascosto nella tomba della Marchesa Marie d’Hautpoul-Blanchefort, dell’adiacente cimitero?
Forse in questo momento Sauniere capì che nella tomba del cimitero c’era qualcun altro o qualcos’altro. Fatto è che la scoperta di queste pergamene sembrò risanare totalmente i debiti e la penuria finanziaria del giovane Sauniere che iniziò a disporre di ingenti somme di denaro per la ristrutturazione della chiesa e per uso personale, in totale distonia con la vita di un povero prete di campagna. La vita del giovane curato cambiò talmente che i lavori di restauro non solo furono rinvigoriti, ma divennero addirittura sfarzosi, quasi principeschi; cosa assai strana per una piccola parrocchia sperduta nelle brulle colline del sud della Francia. Le migliorie alla chiesa sembrarono anche portare all’introduzione di alcuni inquietanti particolari. Sul portale d’entrata, alzando gli occhi, l’attenzione del turista moderno è attirata immediatamente da un particolare macabro ed inquietante. Sull’architrave del piccolo portale si può leggere una frase non certo allegra: “Terribilis est locus iste” (trad. lat. “questo è un luogo terribile”). All’interno della chiesa le stazioni della Via Crucis, oltre che ad essere disposte nel senso contrario rispetto alla norma, presentano alcune anomalie degne della migliore tradizione esoterica. Dentro quasi tutte le stazioni sono stati infatti inseriti piccoli particolari, visibili solamente all’occhio esperto, che sembrano voler richiamare l’attenzione verso una conoscenza sottile, segreta, nascosta nei particolari. Anche le due statue ai lati dell’altare presentano quello che potrebbe essere un messaggio codificato nella religione e sia San Giuseppe che la Vergine Maria reggono in braccio un bambino. Due bambini che la tradizione gnostica ed esoterica ci indicano come i due Messia, quello Sacerdotale e quello Regale dell’antica Israele e che alcune tradizioni identificano come Gesù e San Giovanni Battista.
Non volendo essere blasfemi, altri ricercatori hanno avanzato la curiosa ipotesi che questo doppio lignaggio volesse significare anche una discendenza diretta dalla famiglia di Cristo, identificata da alcuni nei Desposini(3).
Ipotesi e teorie sono sempre ben accette, ma nel caso di Rennes-le-Chateau forse se ne è abusato troppo. I dati scarni di cui i ricercatori sono oggi in possesso permettono di delineare un quadro che sicuramente possiede tutti i crismi per far ipotizzare un vasto coinvolgimento di uomini e mezzi (anche segreti), ma ciò non giustifica la necessità di dover compiere voli pindarici estremi, o di presentare certe teorie come dati assoluti.
L’approssimazione ha giocato molte volte contro il mistero di Rennes-le-Chateau, portando autori o curiosi a trarre conclusioni errate e a pubblicarle come dati di fatto. Ma le curiosità non finiscono perché Sauniere era solito annotare tutto ciò che accadeva sul suo diario personale, e alla data del 29-9-1891 si legge: “Visto il curato di Nevian – presso Gelis – vicino a Carrière – visto Cros e Secret”. “Secret” come nome di persona non esiste, forse Sauniere voleva dire proprio “segreto”? Aveva parlato ai curati delle vicine città di un segreto? Tutto sembrerebbe collegarsi qualcosa scoperto da Sauniere nella chiesa. Ma che cosa? Si è supposto che potesse trattarsi del tesoro dei Cavalieri Templari, di quello portato via dalla roccaforte catara di Monsegur.
Secondo altri autori un libro scritto da un contemporaneo di Sauniere, Padre Boudet, potrebbe indicare la presenza di un tesoro nascosto in ben 12 posti nelle vicinanze di Rennes-le-Chateau. Una delle ipotesi più in voga tra i cristiani gnostici è quella che Gesù Cristo non sia morto sulla croce, ma che abbia finito i suoi giorni in Linguadoca, trasferendosi insieme alla Maddalena, che sarebbe divenuta sua sposa e da cui avrebbe avuto dei figli dai quali sarebbe nata la dinastia merovingia. Si paventa, come abbiamo già detto, la presenza templare, catara, addirittura del tesoro dei visigoti trafugato nel sacco di Roma. Alcuni autori ipotizzano che si tratti del tesoro di Blanche de Castille, altri del tesoro stesso del Tempio di Salomone trafugato dai Romani dopo il sacco di Gerusalemme. Alcuni ricercatori si sono spinti ad affermare che il tesoro non fosse altro che il vero corpo di Gesù Cristo(4) inumato nel vicino Monte Cardou (contrazione di “corps de Dieu”, il corpo di Dio). Altri dicono invece che l’Arca dell’Alleanza sia nascosta nel vicino villaggio di Arques. Ma l’ipotesi forse più famosa e più accreditata è quella che nella tomba falsa della marchesa Marie d’Hautpoul-Blanchefort fosse stata nascosta Maria Maddalena e le ripetute raffigurazioni della santa in una chiesa così piccola, l’adorazione particolare che Saunière aveva per lei, nonché un quadro del pittore Poussin porterebbero ad ipotizzare proprio questo, secondo alcuni. Non è semplice oggi capire e spiegare un mistero di oltre cento anni fa. Molti indizi hanno condotto cercatori di tesori o semplici appassionati su false piste, portandoli addirittura nel passato ad usare la dinamite per creare buche nel terreno. Oggi invece si è cercato di smitizzare, e forse anche turistizzare fin troppo, il posto trasformandolo in certi casi in un fenomeno “da far vedere”. Il mistero reale che però si nasconde in questa piccola cittadina forse non ha trovato ancora la reale risposta. Che Sauniere lo abbia custodito, scoperto o semplicemente sfruttato interessa relativamente, quello che i ricercatori di oggi, come di allora, agognano è capire la matrice ed il significato del mistero stesso. Una tradizione, un retaggio o più semplicemente una conoscenza tramandata attraverso determinate famiglie. È questo forse il veicolo attraverso cui questo mistero si è dipanato nei secoli. Ma a che cosa si riferiva questo mistero? Abbiamo cercato di vedere quali siano le ipotesi che gli appassionati e gli studiosi di Rennes-le-Chateau hanno proposto fino ad oggi. Non ne siamo sicuri, ma forse tra quelle ipotesi esiste una risposta, la tassello-chiave di un puzzle che non ha trovato ancora fine.

Note:
1. Trad. it., “Il Santo Graal”, Mondadori 1982.
2. Lo stato concede a Sauniere 75 Fr. al mese quando, a quel tempo, un operaio ne guadagnava almeno 150.
3. Secondo alcune tradizioni la dinastia bizantina dei Puoti, o DesPoti, ovvero Despota o “Desposini” erano familiari di Gesù, discendenti di Davide, detti anche Alkè ovvero attributo del Signore, da “Pietra Potente”, o “Pietra del Signore”. Lo stemma dei Puoti è quello di Davide, un leone rampante verso un braccio le cui dita imitano la bocca del serpente, per evocare il simbolo taumaturgico del farmaco. Erano detti anche “Terapeuti”. L’arma parlante dichiara che la Scienza taumaturgica è il vero potere.
4. R. Andrews, P. Schellenberger, “Alla ricerca del sepolcro” – Sperling & Kupfer.

A cura di Enrico Beccarini, per gentile concessione. Link all'articolo originale
http://www.enricobaccarini.com/rennes-le-chateau-viaggio-nel-mistero/