la costituzione del corpo di Adamo prima della caduta

 IL 'CORPO SOTTILE' DI ADAMO E LE BESTIALITA' GROSSOLANE DEI MODERNI. FACCIAMO IL PUNTO

Prendiamo spunto da una citazione dello scrittore cristiano-ortodosso Philip Sherrard (tratto da "Considerazioni cristiane d'Oriente", Ed. Irfan) per mettere i punti su una questione che fa regolarmente tremare le ginocchia ai cristiani d'Occidente - e che ha generato in due secoli ogni sorta di illazioni e deliri. 

Scrive Sherrard: "Nei termini della tradizione cristiana è piuttosto chiaro che Adamo nel suo stato paradisiaco, prima della caduta, fosse pienamente incarnato, ed era altrettanto chiaro che il suo corpo era assai diverso, per consistenza, da quello successivo alla caduta, dal momento che non era soggetto a corruzione. Infatti una delle conseguenze della caduta non fu che l’uomo acquisì un corpo, ma che quel corpo venne permeato da elementi più densi, più grossolani, più materiali rispetto a quelli adeguati al suo stato prima della caduta. Il nostro vero corpo, quindi, ovvero il nostro corpo originale, paradisiaco non va identificato con quegli elementi densamente materiali che acquisisce come conseguenza della caduta. È di consistenza assai più fine, una struttura sottile […] Il corpo materiale denso è semplicemente lo strumento adattato alle condizioni di questo mondo – questo mondo decaduto – in cui durante la nostra vita mortale dobbiamo operare".

La questione della natura e dell'origine dell'Adamo primordiale, che così tanti equivoci ha fatto nascere - in primis generando quella sorta di 'mitologia atea' che è il Darwinismo - è infatti un "enigma" solo per chi misconosce ciò che la Tradizione afferma. Un problema che tuttavia è stato favorito in Occidente soprattutto dall'ignoranza secolare delle Scritture ebraiche e greche. Dalla lettura dei testi originari, infatti, è evidente che la "terra" (Adamah) da cui è stato tratto l'Adamo non ha nulla a che vedere con il terriccio che calpestiamo ogni giorno (eretz). Allo stesso tempo, ci vuole una dose sorprendente di incomprensione per tradurre l'espressione di San Paolo 'sôma psychikón' (il "corpo psichico" di Adamo) con "corpo animale” (come tutt'ora si fa nelle varie e "bestiali" traduzioni in lingue moderne, anche quelle utilizzate nelle Liturgie). Al tempo stesso, è evidente dal testo di Genesi che il corpo grossolano (basar), le "tuniche di pelle animali", sono state rivestite dai nostri Antenati solo dopo la Caduta (Genesi 3, 21).

L'incapacità di capire i Testi originari, l'ignoranza della Cosmologia tradizionale, il concetto davvero riduzionistico di "materia" (che per gli antichi era molto più di quello che ricade sotto i cinque sensi) ha portato purtroppo ad aberrazioni di ogni tipo. E qui non parliamo solo del Darwinismo o dell'uguale e contrario letteralismo evangelico o post-cattolico che immagina Adamo ed Eva come due baldanzosi culturisti che passeggiavano in qualche cortile del Vicino Oriente. Le ipotesi pseudo-religiose sulle Origini, infatti, sfondano a volte il delirio conclamato: e se delle tesi extraterrestrialiste alla Biglino-Sitchin ne abbiamo parlato già a lungo, vorrei qui mettere in guardia anche da certe elucubrazioni che si avvalgono di presunte ‘visioni’ come quelle del prete friulano Don Guido Bortoluzzi. 

Questo sacerdote – defunto nel 1991 – affermava di aver avuto ‘rivelazioni’ sull’Origine dell’uomo secondo le quali l’Eterno (sic) avrebbe dato origine ad Adamo attraverso l’utilizzo dell’utero di una scimmiona (l’Eva primordiale), la quale, in un cieco impeto ormonale, sarebbe stata a sua volta ingravidata dal figlio concependo Caino. Una pseudo-Genesi dal sapore orgiastico-fantascientifico sulla quale ci sarebbe da sorridere se non fosse che molti cattolici (sic), privi evidentemente di fonti più limpide, hanno finito per abbeverarvisi. 

La domanda del perché molta gente vada appresso a qualsivoglia ‘rivelazione’ invece di studiarsi il greco, l’ebraico o i Padri Nisseni è d’altronde il vero problema di gran parte dei cosiddetti “credenti” moderni. La questione dell’Origini, d’altronde, è tutt’altro che ignorabile, perché ci dice chi siamo; e chi si trova a suo agio nel percepirsi non come figlio di Adamo ma come sottoprodotto scimmiesco ha evidentemente una percezione del suo essere uomo molto problematica (e qui mi taccio).

Gianluca Marletta