IL FALSO MITO MASSONICO DI GIORDANO BRUNO,
MAGO NERO,altro che "paladino del pensiero razionale"!
Bruno era un fautore della manipolazione globale e del controllo occulto sulle masse.
Il mito di Giordano Bruno è il più sfruttato dai manipolatori della storia in funzione anticristiana !
In realtà egli era solo un esaltato megalomane, e lo dimostrano i suoi scritti,i fatti della vita e gli storici più accreditati che ce li riportano: testi di magia nera che Bruno ha scritto in Germania prima del rientro a Venezia: sono scritti terribili in cui il mago italiano sviluppa tecniche per realizzare "legamenti" magici e soggiogare così le persone che si intendono asservire ai propri scopi: un progetto incredibile che fa dire alla Yates, una studiosa solitamente molto prudente, che il filosofo è ormai ai confini della follia, del delirio conclamato.
Bruno non è stato un pensatore puro e disinteressato, ma, al contrario, si è impegnato in progetti politici dl fatto sovversivi, attività di spionaggio, e sognando addirittura, prima dell’arresto, dl sedurre il Papa e di rinnovare personalmente la religione cattolica per trasformarla in un nuovo culto "egiziano". Mago nero più che filosofo, il suo processo è uno dei più corretti e rigorosi che mai il Sant’Uffizio abbia condotto: al punto che i giudici giungono ad alterare le procedure pur di dargli un’ulteriore possibilità di ravvedimento.
Bruno in realtà, sospettato già in gioventù dl crimini assai gravi, in qualunque luogo abbia soggiornato in Europa è giunto immancabilmente a provocare aspre reazioni a lui avverse! È largamente noto come nessun altro processo inquisitoriale quanto quello di Giordano Bruno, sia stato usato, innanzitutto dalla massoneria ottocentesca, come strumento d’attacco alla Chiesa Cattolica. L’operazione è stata condotta presentando in modo distorto la natura del processo stesso.
“Giordano Bruno, il rogo dell’intelligenza“. Con questo slogan i repressi anticlericali diffondono odio e denigrazione contro la Chiesa cattolica per la morte di Giordano Bruno, presentando quest’ultimo come il più grande genio dell’umanità, il migliore filosofo dopo Platone, il primo scienziato della storia o il rappresentate culturale del Rinascimento.
Giordano Bruno venne giustiziato nel 1600 in Campo dei Fiori a Roma in seguito al verdetto di eresia pronunciato dal Tribunale dell’Inquisizione Romana. Venne processato con i metodi di coazione allora comuni . Sbagliati,questo è vero,ma erano i tribunali dell'epoca. Come è sbagliata la condanna a morte per sedia elettrica di oggi o le torture nei campi di concentramento dei regimi comunisti atei attuali,in Cina e Corea del Nord,Vietnam.
Occorre tuttavia l’onestà intellettuale di affrontare i fatti in modo onesto e non ideologico. Bruno era stato accusato in molti paesi d'Europa per diversi reati da lui commessi,non era certo innocente.Bruno non c’entrava nulla con il pensiero razionale, non era paladino del mondo scientifico né tanto meno di quello filosofico. Come ha spiegato lo studioso di storia delle religioni Mircea Eliade, «se Giordano Bruno accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico, fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico; quando si trovava in Inghilterra Bruno profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius. Bruno interpretava lo schema copernicano come il geroglifico dei misteri divini» (M. Eliade, “Storia delle credenze e delle idee religiose“, Bur, vol.III, p. 279).
Bruno era uno dei tanti maghi del Cinquecento che credeva agli oroscopi e al determinismo delle stelle, e che vide nell’eliocentrismo non una dottrina scientifica, un fatto astronomico, ma la conferma della sua visione magica, astrologica, che contemplava una eliolatria animista di stampo egizio.
Ne ha parlato recentemente il volume “Giordano Bruno” (Fazi 2013), scritto da Bertrand Levergeois, che lo definisce un “cabbalista”. Bruno è autore del De vinculis, scritto dopo una vita d’immersione a fondo nelle tradizioni magiche e occulte. Con il volume si propone d’illustrare le tecniche per manipolare i singoli e le masse, individui come popoli interi, un’arte così nera e gaglioffa che «per comprenderla e valorizzarla», scrive Ioan P. Couliano in Eros e magia nel Rinascimento (Il Saggiatore 1989), «bisognerebbe essere al corrente dell’attività dei diversi trust, dei vari ministeri della propaganda. Aiuterebbe poter dare un’occhiata nei manuali delle scuole di spionaggio. Il mago del De vinculis in genere è il prototipo dei sistemi impersonali dei mass media, della manipolazione globale e della censura indiretta, il prototipo dei vari brain trusts che esercitano il loro controllo occulto sulle masse occidentali».
Bruno è un cacciatore d’anime. Crea vincoli e accende prodigi. La magia di Bruno è detta erotica per le passioni che ha lo scopo di suscitare e per i mezzi di cui si vale per vincolare il prossimo suo. Altro che amarlo, come gli avevano insegnato in seminario,insegnamenti che aveva completamente rinnegato e tradito.
Giordano Bruno non era 'paladino della scienza' nè tantomeno del 'libero pensiero ' : lo scopo di Bruno era quello del doppiogiochismo opportunistico ,farsi passare per 'scienziato-filosofo' quando in realtà le sue 'teorie' erano antiscientifiche ! Era finanziato da potenti anticlericali francesi, per attività di spionaggio in altri paesi europei e per diffondere la visione di un 'NUOVO ORDINE MONDIALE ' BASATO SULL'OCCULTISMO
...Ecco perchè ancora oggi i massoni lo mostrano come il loro 'simbolo': Bruno riteneva infatti di saper controllare e dominare le forze demoniche presenti nella natura e di poter soggiogare il prossimo con messaggi subliminali, formule magiche non percepibili dagli incantati: “Ritmi e canti che racchiudono efficacia grandissima, vincoli magici che si realizzano con un sussurro segreto…” (“De Vinculis”,Giordano Bruno ).
Certamente è deprecabile che sia stato messo al rogo, ma queste erano le pene decretate dal braccio secolare delle leggi degli Stati:la Chiesa cercò di aiutare Bruno in tutti i modi ,affinchè mostrasse segni di dialogo e di ammissione dei propri crimini .
Il suo complottismo politico ,la volontà di plagiare le persone e manipolare le masse per ottenere il potere,ed infine il distacco di Bruno dall’ortodossia cristiana erano così ampi e profondi, che lo stesso destino gli sarebbe stato riservato sia nell’elvetica Ginevra da Jean Cauvin — italianizzato in Giovanni Calvino (1509-1564) — che nell’Inghilterra di Elisabetta I Tudor (1533-1603), se fosse rimasto in entrambi i paesi per lo stesso lasso di tempo. Venne cacciato da tutti i paesi europei....anche da quelli che inizialmente lo avevano appoggiato .Dunque, perchè colpevolizzare la Chiesa ? Perchè fare di un astuto manipolatore un falso eroe del libero pensiero ,dato che il suo pensiero minava la libertà stessa delle persone e la loro dignità ?!?
Evidentemente, Giordano Bruno piace tanto alla Massoneria, proprio perchè la Massoneria usa le stesse strategie manipolatorie del pensiero e della volontà delle persone,di cui Giordano Bruno fu l'antesignano.
http://christusveritas.altervista.org/giordano_bruno.htm
https://www.uccronline.it/2013/05/19/giordano-bruno-magia-e-occultismo-altro-che-razionalita/
https://www.italiaoggi.it/archivio/giordano-bruno-spiega-le-tecniche-per-manipolare-la-gente-1823625
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/pillole-di-magistero/2308-papa-leone-xiii-descrive-la-figura-di-giordano-bruno.html
Attorno alla statua di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori si scatenò una vera e propria guerra. Conoscete questa incredibile vicenda?
Le scuole hanno la possibilità di mostrare ai propri studenti, gratuitamente, un monumento che ha un valore storico e morale di primaria importanza. Stiamo parlando della statua di Giordano Bruno, filosofo e religioso del XVI secolo, che si trova a Roma, più precisamente a Campo de’ Fiori.
Un’opera che ha rappresentato, da subito, un elemento di scontro tra liberi pensatori e clericali.
Il Monumento di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori
Il frate domenicano Giordano Bruno terminò la sua vita, era nato a Nola nel 1548, arso vivo a Campo de’ Fiori, la piazza dove in Età Moderna avevano luogo le condanne capitali e le terribili punizioni con tratti di corda.
La condanna capitale, per eresia, avvenne il 17 febbraio 1600: il Tribunale dell’Inquisizione aveva compiuto per intero la sua terribile opera.
Dal 23 maggio 1592, a Venezia, e fino al giorno della sua morte Bruno fu tenuto prigioniero: al grande filosofo e riformatore religioso erano contestati diverse proposizione erotiche tra le quali possiamo trovare: la concezione di un universo infinito e la teoria dei molti mondi.
Tesi, queste, che poi si sono rivelate esatte.
9 giugno 1889: il monumento inaugurato
Dal giorno della morte, il nome del filosofo nolano fu oggetto da un lato di un odio feroce da parte dei cattolici, dall’altro assurse a simbolo del libero pensiero e della ricerca della Verità, “qualsiasi cosa succeda”.
Perché Roma dedicasse una statua, un ricordo, ad un simile uomo si è dovuto attendere a lungo. Fu solo il 9 giugno 1889 che il Monumento a Giordano Bruno fu inaugurato nello stesso luogo dove l’uomo fu arso vivo.
Autore dell’opera è stato lo scultore e politico italiano Ettore Ferrari, massone e patriota.
La statua mostra il filosofo con il viso, coperto da un cappuccio, rivolto verso il Vaticano (all’epoca non si era ancora giunti ai Patti Lateranensi).
Le mani sono posate su un suo libro, chiuso, quasi a proteggerlo da chi vorrebbe, probabilmente, bruciarlo. Solo un piede è in avanti. Tutto il corpo dell’ex frate domenicano sta a dimostrare la sua volontà di difendere la libertà di pensiero.
Come ultima nota sul luogo basti ricordare che, strano caso del destino, Campo de’ Fiori è l’unica piazza celebre dell’Urbe dove non è presente neppure una chiesa.
Leone XIII furibondo
La statua, prima ancora di essere inaugurata, era già diventata un simbolo per entrambe le fazioni in lotta a Roma sul finire dell’Ottocento: clericali e anticlericali.
Papa Leone XIII riimase a tal punto scandalizzato dall’eventualità che la statua di un eretico venisse eretta a poca distanza dalla Santa Sede che minacciò di lasciare l’Italia per andare a risiedere nell’Impero Austro-Ungarico di Francesco Giuseppe.
Francesco Crispi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, sembra che abbia pronunciato queste parole: “Dite al Papa che se lascia l’Italia, non potrà più tornare”.
Atteggiamenti che dimostrano quanto fosse complessa quell’epoca ormai lontana.
Articolo a cura di Alessandro M. Raffone
https://scuolaconsulting.com/giordano-bruno-monumento-leone-xiii/alessandro-m-raffone/
Giordano Bruno: tanto fumo poco arrosto
Il 17 febbraio dell’anno 1600 fa venne arso vivo a Campo de’ Fiori a Roma il noto filosofo Giordano Bruno, ad opera del Tribunale Ecclesiastico. Oggi ci viene presentato dalla scuola e da buona parte della storiografia come un martire del libero pensiero caduto vittima della terrificante macchina inquisitoriale per le sue tesi che si discostavano dall’ortodossia cattolica. Ma chi fu veramente Giordano Bruno?
Noto per la sua misoginia, Bruno dovette fuggire nel 1576 dal convento nel quale risiedeva per evitare un processo per eresia e viaggiando per l’Europa acquistò la fama di mago e di esperto della tradizione ermetica. Rifugiandosi nel 1579 nella Ginevra calvinista, inizialmente aderì al calvinismo per poi esserne scomunicato.
Lavorò in seguito come spia di sir Francis Walsingham (capo dei “servizi segreti” inglesi dell’epoca) nell’ambasciata francese a Londra per contrastare i cattolici inglesi, tradendo da un lato l’ambasciatore Michel de Castelnau che lo ospitò e non facendosi scrupoli dall’altro di utilizzare il saio domenicano (entrò in quell’ordine a 14-15 anni) per ottenere informazioni che potessero essere poi rivolte a danno dei cattolici in Inghilterra (ad es. denunciò un penitente che gli aveva confessato di aver voluto assassinare la regina).
Dopo la sua attività spionistica a Londra, tornerà a Parigi da Enrico III di Valois (che lo aveva sempre accolto e protetto), ma ne venne espulso nel 1586 a causa dell’ennesima discussione degenerata in una rissa. Si trasferì quindi a Marburgo in Germania ottenendo una cattedra universitaria che fu costretto ad abbandonare a causa di un litigio col rettore, spostandosi di conseguenza a Wittenberg (città dove Lutero affisse le sue 95 tesi) e abbracciando il luteranesimo in funzione anti-cattolica (vorrei ricordare che 4 anni prima nel suo libello “Spaccio “ il Bruno auspicò che i luterani venissero “sterminati ed eliminati dalla faccia della terra come locuste, zizzanie, serpenti velenosi”). Una volta lasciata questa città andò a Praga dall’imperatore Rodolfo II, il quale a causa della sua fascinazione nei confronti dell’esoterismo lo accolse, ma non appena verificato che le “abilità magiche” da lui tanto decantate non corrispondevano ad un dato di realtà, Bruno dovette abbandonare Praga dirigendosi alla volta di Helmstadt nel 1589, dove fu presto scomunicato dal pastore luterano locale.
Viaggiò successivamente a Francoforte, Zurigo e Padova, per poi approdare a Venezia nel 1591, ospitato da una cerchia di nobili veneziani (tra cui spiccava Giovanni Mocenigo) desiderosi di conoscere i segreti dell’occulto e della magia, ma il Bruno non ardiva altro se non assoggettare Papa Gregorio XIV alla sua visione religiosa e politica tramite…la magia. Qui si concluderà la sua vicenda quando il Mocenigo lo farà arrestare dall’Inquisizione il 23 maggio 1592.
http://www.radiospada.org/2013/02/giordano-bruno-tanto-fumo-poco-arrosto/
e: Il vero volto di Giordano Bruno nel 419° anniversario della sua arsione
17 febbraio 2018: San Policronio, Vescovo e Martire e San Giuliàno di Cappadócia; SABATO DOPO LE CENERI…
In data odierna, 17 febbraio 2018, ricade anche il 418° anniversario del rogo purificatore in Campo dei Fiori di Giordano Bruno (1548 – 1600), ereticissimo anzi apostata frate domenicano del XVI secolo, giustamente condannato dalla Chiesa, che la propaganda laicista-illuminista, esoterista-massonica ed ateo-agnostica ha descritto pateticamente come “martire del libero pensiero”, vulgata che fa parte anche di certa pseudo-cultura "nazionalista" nostrana; ad es. l'anno scorso ho avuto modo di leggere un articolo di Luca Valentini su “Il primato nazionale” intitolato "Giordano Bruno e la necessità di un pensiero non conforme" ove per l’occasione ha fatto uno scandaloso elogio del subdolo opportunista nolano, l’ha definito “vero e proprio simbolo di libertà intellettuale” nonché “vittima in piena età moderna dell’oscurantismo religioso”, praticamente nulla la differenza tra le sue vedute e quelle del Grande Oriente d’Italia…
Del resto, ben si sa che i massoni rinascimentali, nella loro polemica anticlericale, scelsero di omaggiare la figure di Giordano Bruno in quanto nemici della Chiesa di Roma, nulla di nuovo…
Tra l’altro, che Bruno sia stato ingiustamente messo al rogo, è quello che sostengono pure gli pseudo-cattolici vaticano-secondisti ed i “papi” venuti dopo Pio XII con loro “meaculpismo” sulla Santa Inquisizione e tutto il resto…
Quindi perfetta sintonia ideologica tra gli impostori neo-modernisti vaticano-secondisti occupanti della Santa Sede e gli anticlericali nemici della Chiesa Cattolica e del Cattolicesimo; e questi sarebbero gli “identitari” (i quali di solito criticano e rifiutano il Cristianesimo in quanto “culturalmente e razzialmente semitico, perciò estraneo all’Europa” ma poi esaltano un praticante stregone cabalista e fautore della new age ante-litteram intriso di mentalità magica giudaico-talmudica come “grande interprete della Tradizione Occidentale”, sic!!), in nulla distinguibili dai massoni e dai mondialisti perbacco…
Più o meno tutto il “neoplatonismo”, “neopitagorismo” ed il pensiero “rinascimentale” che questi “tradizionalisti neopagani” esaltano è intriso di suggestioni magiche esotiche, è influenzato da tutto ed il suo contrario, dai culti misterici pre-ellenici e pre-italici, dall’antico Egitto, dagli oracoli caldei, da sette islamiche e soprattutto da un sostanziale cabalismo ("cabbala"/"Qabbalah" in ebraico vuol dire "tradizione", ma ovviamente si tratta di quella pervertita del giudaismo talmudico anticristiano e non più quella vetero-testamentaria preparatrice del Cristianesimo) sotto l’apparente vernice di “paganesimo” di derivazione indo-germanica e greco-romana.
Ma questi stolti neppure se ne restono conto, pensano di essere “indigenisti” rifacendosi al peggior guazzabuglio di esotismo extraeuropeo ove di “nostrano” c’è solo la maschera!! Non c’è uno solo dei loro idoli antichi (Giuliano imperatore l’apostata, Plotino, Porfirio, Giamblico, ecc.) o contemporanei (a partire dai medesimi Julius Evola ed Arturo Reghini col loro “Imperialismo Pagano”), presunti filosofi e persino sapienti, che non fosse in qualche misura influenzato dal cabalismo e dallo pseudo-misticismo orientaleggiante, altro che eredità italica e greco-romana nostrana!!
Tommaso D'Aquino (Roccasecca, 1225 – Fossanova, 7 marzo 1274), della famiglia dei conti longobardi di Aquino, aveva sistematizzato la vera teologia cattolica, già includendovi il meglio dell’eredità filosofica e culturale greco-romana che mai la Chiesa ha rinnegato ed anzi ha fatto propria saldandola col messaggio evangelico; ma poi sono venuti i vari Ramon Lull (1232 - 1316), italianizzato in Raimondo Lullo (originario di Maiorca, città multietnica e multireligiosa ove forte era l’influsso giudeo-islamico); Niccolò Cusano (1400-1464), Marsilio Ficino (1433-1499), Pico della Mirandola (1463-1494) che nelle Conclusioni filosofiche, cabalistiche e teologiche del 1486 (Conclusiones philosophicae, cabalisticae et theologicae) propinava un miscuglio di cristianesimo, giudaismo ed islamismo più svariate suggestioni esoteriche ed esotiche; Jeert Jeerts cioè Erasmo da Rotterdam (1469-1536); Paracelso (1493-1541), cioè Philippus Theophrastus Bombast von Hohenheim (detto Paracelsus), l’ebreo sefardita Baruch Spinoza (Amsterdam, 1632 - 1677), Tommaso Campanella (1568 - 1639), Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600) stesso, ecc. che hanno di fatto inventato un nuovo minestrone dottrinario a sfondo chiaramente o confusamente panteista rinnegando il Cattolicesimo ed il tomismo.
È ben documentato da qualunque serio autore e storico delle idee, in area cattolica da Orio Nardi, Don Ennio Innocenti in “La Gnosi Spuria” e da Don Curzio Nitoglia, L'esoterismo: l'auto-divinizzazione dell'uomo e l'unità trascendente delle religioni alla luce della metafisica tradizionale, Centro librario Sodalitium, Verrua Savoia 2002.
L?Esoterismo L?auto-divinizzazione dell?uomo e l?unità trascendente delle religioni alla luce della - e-commerce di Sodalitium
“L’autore vuole dimostrare che tramite Raimondo Lullo, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno e Baruch Spinoza, la Càbala spuria ha influenzato, in maniera decisiva, i grandi iniziati moderni. Il lettore potrà capire le definizioni di termini quali esoterismo, gnosi e càbala.”
L’unica cosa che si può apprezzare di Giordano Bruno è il suo estremo “coraggio” (in realtà, temerarietà…) e la sua ostinatissima “coerenza”, però essa NON è una virtù se non è in relazione diretta con la Verità…
I “martiri” del libero pensiero NON esistono, veri martiri sono solo i cattolici che professano la fede integrale…
Gli eretici NON possono essere “martiri”, anzi pur a malincuore va detto (e chi se ne importa se ci accuseranno di essere “cattolici reazionari e retrogradi”, anzi è un titolo di merito!) che era giusto che venissero bruciati sul rogo in casi eccezionali…
Papa Leone X, nella bolla "Exsurge Domine", infatti ha condannato le tesi eretiche di Martin Lutero, 41 su 95 in totale; la condanna della proposizione numero 33 recitava: "È contro la volontà dello Spirito Santo che gli eretici siano bruciati" (l’ipocrita Lutero tra l'altro ha fatto bruciare parecchi nemici del luteranesimo pur deprecando moralmente i roghi cattolici…), ergo la Chiesa ha sempre sostenuto che NON è necessariamente contro la volontà dello Spirito Santo che gli eretici siano bruciati in casi di particolare gravità.
Un eretico pubblico ed impenitente è un pericolo per la fede e per la salvezza delle anime; di fronte ad un bene tanto grande la Chiesa ed i Papi adoperavano i mezzi più efficaci e severi per impedire che il veleno dell’eresia si diffondesse ovunque. Non dimentichiamo comunque che il rogo fu sempre considerato extrema ratio: prima si indagava sul reale senso delle affermazioni del presunto eretico, poi gli si mostrava che erano in contrasto con la Fede Cattolica; se a questo punto rimaneva sulle sue posizioni scattava la proibizione dell'insegnamento pubblico e della diffusione delle sue tesi eretiche e (nel caso avesse dato scandalo) della pubblica ritrattazione con sottomissione alla Santa Sede. Solo se rifiutava tutto questo e il danno alle anime era stato grande, si procedeva con la condanna al rogo e l’esecuzione definitiva, ma era abbastanza raro…Insomma uno se la doveva andare a cercare eh…
Per non dimenticare, o per conoscere, le giuste ragioni della condanna al rogo di Giordano Bruno - il quale tra l’altro è stato appunto lui a volerla, dato che avebbe potuto benissimo salvarsi rinnegando le sue sciocchezze panteiste anticattoliche (e per un opportunista patentato e simulatore quale era sarebbe stato un gioco…), come per tanti anni e fino all’ultimo momento gli era stata concessa la possibilità di fare, gli è stata fatale la sua ostinazione superba ed insensata - leggere invece quanto riporto qui a seguire…
Rino Camilleri (in “Fregati dalla Scuola” ed anche in “Studi cattolici” - A. 38, n. 404, 1994, p. 664-665), già citato in apertura di discussione, ha giustamente spiegato che Bruno è stato glorificato da protestanti, illuministi, massoni e simili solo in quanto "feticcio antipapista" utile da strumentalizzare da parte dei nemici della Chiesa Cattolica:
“(…) Giordano Bruno era un monaco domenicano dichiaratamente eretico. Gettò il suo accusatore nel Tevere e fuggì dall'Italia. Più che un filosofo era un mago, e si inimicò tutti i posti nei quali andò peregrinando. Fu scomunicato perfino dai protestanti. Si rifugiò in Inghilterra, dove venne accolto da Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Lui, in cambio, le denunciava i cattolici (la persecuzione anglicana nei confronti dei cattolici inglesi fece più di settantamila vittime). Ma dovette fuggire anche da lì. Se ne andò a Venezia, la quale, per dispetto al Papa proteggeva gli eretici. Qui si installò in casa del nobile Mocenigo; questi lo manteneva in cambio della promessa di imparare la millantata "arte della memoria" che Bruno sosteneva di possedere. Quando il Mocenigo trovò Bruno a letto con sua moglie lo denunciò alle autorità, le quali furono ben felici di sbarazzarsene consegnandolo all'Inquisizione romana. Bruno, che - lo ricordiamo- era un frate, abiurò ma poi tornò sulle sue decisioni, in un balletto continuo che durò anni. Alla fine venne abbandonato al braccio secolare come mago, eretico e sovversivo. (…)
tratto da: Rino CAMMILLERI, Fregati dalla Scuola, Effedieffe, Milano 1999.”
Rino Cammilleri su "Il Timone"
“da "Il Timone" - Anno II, numero 6 - Marzo / Aprile 2000 Giordano Bruno & C. di Rino Cammilleri
(…) Cominciamo subito col dire che l'affaire "Giordano Bruno" fu un fatto tutto interno alla Chiesa, e che la cultura laica o del "libero pensiero" non c'entrava affatto. Giordano Bruno era un prete domenicano e la Chiesa aveva tutto il diritto di chiedergli conto di quel che andava predicando a destra e a manca. Le idee, infatti non sono armi spuntate e innocue: un solo libro può fare molti danni (pensiamo a Marx, per esempio). Certo, alla mentalità odierna può sembrare eccessivo perseguire qualcuno per quel che predica, ma alla fine del Cinquecento non si pensava così. Quell'epoca aveva visto sanguinosissime guerre di religione, tutte scatenate dalle prediche di monaci come Lutero e preti come Calvino. Il dissenso religioso era, insomma, pura dinamite a quell'epoca, e la Chiesa era costretta a serrare i suoi ranghi e mantenere stretta vigilanza sui suoi uomini. In più, il Bruno aveva un'accusa di tentato omicidio sul capo, e c'è chi giura che abbia venduto molti cattolici inglesi ai tribunali di Elisabetta I. La religione che predicava non era nemmeno cristiana, ma magico-egizia, un guazzabuglio di teorie simil-New Age infarcito di orribili bestemmie su Cristo, gli Apostoli, la Madonna. Neanche Venezia, tradizionale rifugio di eretici, lo volle: arrestato e consegnato a Roma, per otto lunghi anni lo si scongiurò di rientrare nell'ovile. Il suo processo, reso interminabile dalle sue abiure e controabiure, fu quanto di più giuridicamente corretto si potesse trovare a quel tempo. La fama del Bruno cominciò solo nell'800, all'epoca dell'anticlericalismo liberal-massonico più acre. Prima, quasi nessuno sapeva chi fosse.
Rino Camilleri (durante una presentazione del sua libro “Il quadrato magico”) ha detto pure questo a proposito della magia rinascimentale e di Giordano Bruno:
“(…) il momento clou è stato proprio il cosiddetto Rinascimento, tutti quelli che la scuola dell’obbligo ci ammannisce come filosofi non erano filosofi, così come non erano filosofi i philosophes illuministici ottocenteschi, cioè loro si autochiamavano filosofi, ma di filosofia non c’era niente; quelli erano maghi veri e propri. Giordano Bruno non era un filosofo, era un mago. Poi se nel corso delle domande qualcuno mi chiederà se hanno fatto bene a bruciare Giordano Bruno gli dirò di si. (…)”
Si, esatto, hanno fatto bene a bruciare Giordano Bruno, tra l’altro gli eretici venivano bruciati anche sperando nella loro conversione e pentimento in extremis cioè per la loro salvezza spirituale…
Ulteriori approfondimenti di autori vari:
“Giordano Bruno: il falso mito creato dalla massoneria. Teologia politica n° 2.”
https://www.sursumcorda.cloud/artico...assoneria.html
Giordano Bruno nella parola infallibile di Papa Leone XIII | Radio Spada
Giordano Bruno: tanto fumo poco arrosto | Radio Spada
https://i0.wp.com/radiospada.org/wp-.../02/giobru.jpg
Il 17 febbraio del 1600 Giordano Bruno ardeva sul rogo di Campo dei Fiori
BRUNO - Antidoti
Contro la leggenda nera
“Giordano Bruno & C. di Rino Cammilleri [Da "Il Timone" n. 6, Marzo/Aprile 2000]”
“Il rogo di Giordano Bruno di don Luigi Negri [Da L. Negri, "False accuse alla Chiesa", Piemme, Casale Monferrato 1997, pp. 145-165] ”
Giordano Bruno storia mito verità documenti inquisizione - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici
“Giordano Bruno di Matteo D’Amico
Chi era veramente Giordano Bruno? Un campione del libero pensiero o un mago bestemmiatore? Facciamo chiarezza su una delle vicende più strumentalizzate dalla propaganda anticristiana.”
“Di Matteo d’Amico L'articolo è tratto da KOS, rivista dell’istituto universitario scientifico san Raffaele, numero 178 del luglio 2000”
https://www.riscossacristiana.it/gio...llo-stanzione/
“GIORDANO BRUNO FU DAVVERO UN MARTIRE DELLA LIBERTA’ DI PENSIERO? – di don Marcello Stanzione”
https://www.riscossacristiana.it/gio...llo-stanzione/
“GIORDANO BRUNO: OVVERO COME UN ATTACCABRIGHE DIVENNE UN MITO ANTICATTOLICO – di Don Marcello Stanzione
(…) Giordano Bruno non morì perché era un seguace della teoria eliocentrica e nemmeno per aver riconosciuto con stupefacente anticipo sui tempi che le stelle sono soli lontani. Non era uno scienziato, appunto, ma un teorico della magia, un filosofo ermetico. Lungi da ogni metodologia scientifica, aveva tratto da un audace assioma esoterico-filosofico, la dottrina panteistica (Dio è infinito ed eterno ed è identico al creato), due conclusioni scientifiche false (di conseguenza anche l’universo deve essere infinito ed eterno) e due vere ( le stelle sono dunque soli lontani, a loro volta circondate da pianeti). Doveva essere ritenuto eretico perché nel suo universo infinito ed eterno non c’era più posto per un Dio personale e non c’era più un tempo per il giudizio universale. Ma fu condannato perché si sopravvalutò, perché credette di poter giocare con gli uomini della Chiesa dettando le regole del gioco. Se non l’avessero ammazzato i cattolici c’avrebbero pensato i calvinisti o i luterani o più probabilmente qualche marito tradito… Il rogo diede a quell’eterno attaccabrighe un po’ stregone ed un pò geniale ciarlatano, scomunicato da tre confessioni ( cattolici, calvinisti e luterani), resosi ridicolo a Oxford e a Parigi, a colui che nessuna università europea accolse mai come insegnante non ritenendolo degno per preparazione culturale, l’immortalità che assolutamente non meritava per il livello qualitativo ed intellettuale dei suoi scritti e per la sua vita di girovago immorale. Il Nolano aveva sfidato il papa e con la sua arroganza rappresentava un pericolo oggettivo per la Chiesa della Controriforma. Adesso Giordano Bruno era un martire dell’oscurantismo della Chiesa Cattolica e sarebbe diventato un mito anticlericale nei secoli. Riuscendo a prendere per il naso non solo Clemente VII, non solo la sua epoca, ma anche tutta la posterità.
Quando i massoni italiani cercarono un simbolo da opporre al Papato e alla Chiesa, lo trovarono facilmente, troppo facilmente nell’eccentrico, ramingo e turbolento Giordano Bruno, colui che per principio era anticonformista, cioè era sempre contro tutto e tutti, e gli fecero costruire un monumento in Campo de’ Fiori con la dedica dettata da Giovanni Bovio: “ A Bruno il secolo da lui divinato qui dove il rogo arse”, inaugurandolo con gran chiasso per commemorare il centenario della rivoluzione francese. Come al solito, la tragedia di uno squilibrato avventuriero borioso e con un ego inflazionato si concluse in una volgare commedia all’italiana…”
“LE RIVOLUZIONI E LA SVOLTA ANTROPOCENTRICA - MARTINO LUTERO, GIORDANO BRUNO E L'ANTICRISTIANESIMO.
https://www.youtube.com/watch?v=ZriMPBXWy3I
https://www.youtube.com/user/EsserciORA/”
Wojtyla/Giovanni Paolo II nel 1998 aveva già chiesto “scusa” e “perdono" – nel nome della Chiesa cattolica, sic!! – al mondo per la condanna al rogo di Jan Hus e Giordano Bruno…
E la Chiesa chiederà perdono anche per i massacri dei crociati - la Repubblica.it
“(…) Nel caso di Giordano Bruno la Chiesa non ritirerà la critica rivolta alle sue concezioni, ma sarà disposta ad ammettere la colpa di averlo mandato al rogo.”
Jorge Mario Bergoglio - nominato “cardinale” il 21 febbraio 2001 da “papa” Wojtyla in persona – è andato persino oltre, nel 2014 ha rivalutato appieno Giordano Bruno e successivamente ha esaltato pubblicamente Lutero (il 13 ottobre 2016 ha accolto in Vaticano il ‘pellegrinaggio’ ecumenico a Roma dei Luterani con una statua di Lutero e nel 2017 per ‘commemorare i 500 anni della riforma’ è andato lui stesso in ‘pellegrinaggio’ dai Luterani a Lund!!), magari presto li farà pure “santi”…
Per Giordano Bruno (forse) una riabilitazione è vicina - Corriere.it
“(…) Frei Betto, celebre teologo della liberazione brasiliano che nel 1969 patì le torture del regime militare, ha appena parlato con papa Francesco, qualche minuto al termine dell’udienza del mercoledì, tra i fedeli ammessi al cosiddetto «baciamano». Racconta: «Sono un domenicano e gli ho detto: Santo Padre, le chiedo e pongo nelle sue mani la riabilitazione di Giordano Bruno e Meister Eckhart, due domenicani come me...». E Francesco che cosa le ha risposto? «Mi ha sorriso e ha detto: “Prega per questo!”». Bruno, il filosofo degli «infiniti mondi», venne condannato come eretico e, «spogliato nudo e legato a un palo», arso vivo in Campo de’ Fiori, a Roma, la mattina del 17 febbraio 1600.
Nel 1998 il cardinale Carlo Maria Martini, durante la «Cattedra dei non credenti» su scienza e fede, invitò a riconsiderarne la figura: «Potrebbe essere oggetto di uno di quei ripensamenti critici che la Chiesa intende fare per la fine di questo millennio».”
https://azioneparallela.wordpress.co...a-riabilitato/
Su “Sodalitium” n. 68 don Francesco Ricossa ha scritto un articolo sul famoso monumento massonico a Giordano Bruno, documentandone tutti i retroscena, v.qui:
Novità: SODALITIUM n. 68 - Sodalitium
https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/68.pdf
«“La seconda breccia di Porta Pia”: il monumento a Giordano Bruno pag. 22. ».
«LA SECONDA BRECCIA DI PORTA PIA”: IL MONUMENTO A GIORDANO BRUNO don Francesco Ricossa
Roma, 9 giugno 1889: in Campo dei Fiori fu inaugurato il monumento a Giordano Bruno, che rappresenta l’eresiarca mentre volge lo sguardo, in segno di rimprovero, verso san Pietro. L’avvenimento fu chiamato una “seconda Porta Pia”, ed ha trovato il suo cantore moderno nella persona dello storico Massimo Bucciantini, autore del volume “Campo dei Fiori, storia di un monumento maledetto” (Einaudi, 2015). L’autore racconta la storia di una statua: una storia interessante e istruttiva non solo per i massoni e i liberi pensatori, ma anche per noi cattolici che a tutto ciò che rappresenta quel monumento ci opponiamo fermamente. L’inaugurazione del monumento romano, dopo una battaglia durata ben tredici anni tra oppositori e sostenitori dell’iniziativa, seguiva di pochi mesi un’altra inaugurazione: quella che ebbe luogo a Parigi, il 15 maggio. La Tour Eiffel – è di lei che parliamo – fu voluta quale “simbolo grandioso della marcia del progresso dal 1789” (così il New York Tribune citato dal Bucciantini), simbolo cioè “della Rivoluzione e della Repubblica”. Lo stesso ingegnere Eiffel (1 ) aveva permesso a Fréderic-Auguste Bartholdi (2 ) di creare la Statua della Libertà (La Liberté éclairant le monde: la Libertà che illumina il mondo), collocata a New York nell’ottobre del 1886, dono della Francia agli Stati Uniti per commemorare la Rivoluzione americana. New York, Parigi, Roma, come scrive nel suo prologo Bucciantini, sono quindi idealmente unite in quella fine dell’Ottocento, da questi tre monumenti alla Rivoluzione.
In un articolo del 12 febbraio 2017 (Giordano Bruno morì il 17 febbraio 1600) sulla Domenica del Sole 24 ore, intitolato, vedremo perché, Lutero in Campo dei Fiori, Bucciantini scrive: “e non fu, come spesso si continua a sostenere, la massoneria, che ebbe un ruolo marginale nella vicenda e salì sul carro dei vincitori solo nell’ultimo anno, quasi al termine del conflitto” ad avere il dubbio onore di aver voluto il monumento a Bruno. Era il “movimento studentesco romano” che aveva vinto la battaglia, “degli studenti innamorati di Mazzini e Garibaldi” “che decisero di mettere in pratica un disegno radicale che in breve tempo si trasformò in una seconda Porta Pia”. Ma davvero la Massoneria ebbe poco a che vedere col progetto dei “giovani studenti”? Non vorrei contraddire l’illustre studioso, tanto più prima di aver letto il suo libro come mi propongo di fare, ma è proprio vero che la Massoneria ebbe ‘poco a che vedere’ con il progetto anticlericale?
1.Un monumento massonico
Certamente massone fu l’artista al quale dobbiamo la statua in questione, quell’Ettore Ferrari (1845-1929) iniziato in Massoneria nella Loggia Rienzi di Roma nel 1881, Gran Segretario dei Grandi Maestri Adriano Lemmi ed Ernesto Nathan, e poi Gran Maestro lui stesso dal 1904 (3 ), come pure l’oratore ufficiale della cerimonia del 9 giugno 1889, ovvero l’on. Giovanni Bovio (1837-1903) iniziato massone nella Loggia Caprera di Trani nel 1863, e che il 17 febbraio 1889 era stato eletto Grande Oratore del Grand’Oriente (4 ). Fu Bovio a comporre l’iscrizione del monumento: A Bruno/il secolo da lui divinato/qui/dove il rogo arse. Giuseppe Garibaldi (1807-1882), che fin dall’inizio sostenne l’iniziativa (“possa il monumento da voi eretto al gran pensatore e martire essere il colpo di grazia alla baracca di cotesti pagliacci che villeggiano sulla sponda destra del Tevere”) pur non vedendone la realizzazione, fu iniziato nel 1844 e nella prima costituente massonica del 1861 fu acclamato “Primo Libero Muratore d’Italia”, nel 1864 fu eletto Gran Maestro e nel 1872 Gran Maestro Onorario a vita; fu anche (risum teneatis) Gran Jerofante dei Riti di Misraim e Memphis. Il capo del governo, che con la sua solerte azione vinse le opposizioni al monumento (tra l’altro destituendo nel 1887 il sindaco di Roma Leopoldo Torlonia reo di aver inviato degli auguri al Papa) era il fratello Francesco Crispi (1818-1901), iniziato pare già nel 1860 e certamente – nella famigerata Loggia Propaganda Massonica – nel 1880, ed eletto nel Consiglio dell’Ordine nel 1885 (5 ). E ancora: Alfredo Baccarini (1826-1890), deputato e ministro, fu anch’egli massone (6 ); Francesco De Sanctis (1817-1883), che da ministro della pubblica istruzione fece ripubblicare le opere del Nolano, fu membro della Costituente massonica del Grand’Oriente nel 1869 (7 ); Jacob Moleschott (1822-1893); nel Comitato d’Onore troviamo Crispi, Zanardelli (Maestro della Loggia Propaganda Massonica) (8 ), Aurelio Saffi (Loggia Dante Alighieri di Torino e Propaganda Massonica di Roma) (9 ), Bovio, Nicotera (Maestro venerabile della Loggia Rigenerazione di Napoli, nel 1872 eletto al Consiglio dell’Ordine). Ma Bucciantini vuol mettere in rilievo il ruolo dei giovani studenti universitari che nel 1876 lanciarono l’iniziativa di un “Comitato promotore universitario internazionale per l’erezione di un monumento a Giordano Bruno in Campo dei Fiori”, e in primis del primo ideatore, il comunardo esule francese Armand Lévy, “un rivoluzionario di professione”, nonché quello dell’“unico professore della Sapienza” che dal 1885 li sostenne, il socialista Antonio Labriola. Mettendo per il momento da parte il “rivoluzionario di professione”, Armand Lévy, che merita un capitolo a parte, diamo subito un’occhiata ai famosi studenti e al professor Labriola. Ecco alcuni degli studenti ‘mazziniani’ e ‘garibaldini’: Adriano Colocci, Alfredo Comandini, e il più stagionato Pietro Cossa… Adriano Colocci (1855-1941), da Jesi, affilato alla Loggia Tito Vezio di Roma il 6 giugno 1876, figlio del marchese e senatore Antonio, pur esso massone che visse l’esperienza della Repubblica Romana con Mazzini e fornì l’esplosivo per aprire la breccia di Porta Pia (10 ); Alfredo Comandini (1853-1923), giornalista e deputato, fu iniziato il 18 ottobre 1883 nella Loggia La Ragione di Milano (11 ); Pietro Cossa (1830- 1881), drammaturgo, entrò in massoneria nel gennaio 1874 nella Loggia Universo di Roma (12 ). Quanto a Labriola, secondo lo storico della Massoneria Aldo Alessandro Mola “il caposcuola del marxismo italiano” “era fugacemente passato tra le colonne di Jachin e Boaz” (13 ): di sicuro nel 1888 chiese l’affiliazione alla Loggia Rienzi all’Oriente di Roma, il che dimostra come il filosofo socialista si riconoscesse nel pensiero massonico. Ma Bucciantini ha dimostrato che il discutibile onore di aver per primo proposto un monumento a Bruno in Campo dei Fiori spetta al rivoluzionario comunardo Armand Lévy, esiliato in Italia proprio per i suoi trascorsi sovversivi e che con gli “studenti romani” era legato tramite il Colocci (14 ). È giunto il momento di far conoscere ai lettori il nostro “eroe”.
2. Armand Lévy
Dall’età, è difficile pensare che nel 1876 fosse studente: però era massone. Ci dice infatti il già citato Dictionnaire des FrancsMaçons européens: “Lévy Armand François Théodore. Giornalista, francese. Nato nel 1827 a Précy-sous-Thil (Côte-d’Or) e deceduto nel 1891. Combattente nel febbraio 1848, poi al servizio della Comune nel 1871, dovette esiliarsi in Italia dopo la settimana di sangue di maggio. Iniziato nel 1858 da una Loggia della Gran Loggia di Francia” (15 ). Fin qui, le scarne notizie di un dizionario. Ma c’è di meglio, e di più interessante. Armand Lévy nasce cattolico (16 ), ma le acque del battesimo non riusciranno a cancellare il sangue ebraico che gli scorre nelle vene. A 21 anni è “combattente nel febbraio 1848”: la sua prima rivoluzione, quindi, combattuta per cacciare la monarchia (orleanista) e instaurare la Repubblica. A quei tempi, Lévy aveva già conosciuto Adam Mickiewicz (1798-1855), esule a Parigi, di cui diventerà il segretario e l’intimo amico (17 ). Di Mickiewicz abbiamo già abbondantemente parlato in Sodalitium (18 ) nell’articolo intitolato Karol, Adam, Jacob, dove ‘Karol’ sta per Karol Wojtyla, ‘Adam’ per Adam Mickiewicz, e ‘Jacob’ per Jacob Frank, il falso messia polacco erede di Sabbatai Zevi, che proclamava l’avvento del Messia mediante il peccato. Poiché il più grande peccato era senza dubbio l’apostasia, Zevi da giudeo si fece maomettano, e Frank – con tutti i suoi seguaci – cattolico. Dei cattolici apparenti, beninteso, tanto che dalla setta dei frankisti sorsero sempre dei rivoluzionari della tempra di Mickiewicz e Lévy, basti pensare al caso emblematico di Moses Dobrushka che tanto affascinò Gershom Scholem (19 ). Mickiewcz era lui stesso un rivoluzionario, e verosimilmente, sotto l’apparenza di un fervente cattolico, un frankista (20 ).
Adepto di società segrete che complottavano contro il governo zarista, fu arrestato ed espulso nel 1829. Sostenne la sollevazione polacca del 1831 e preparò la rivoluzione del 1848, alla quale partecipò il giovane Lévy. Dopo aver fatto danno in Francia, si recò a Roma per sostenere con una sua Legione Polacca la Repubblica Romana di Mazzini. Il 9 luglio 1876 (lo stesso anno quindi nel quale Lévy 24 ispirò l’edificazione del monumento a Giordano Bruno) Armand Lévy, “israelita, giurista, ma di professione giornalista, cresciuto nell’atmosfera rivoluzionaria e democratica del ’48, massone e deciso anticlericale (…) tenne nella sala del teatro Argentina a Roma una conferenza su Michelet, Quinet e Mickiewicz nella quale lanciò l’idea di inaugurare a Adamo Mickiewicz una lapide commemorativa in via del Pozzetto 114” dove nacque la Legione romana; una successiva proposta del sodale Samuele Alatri fece sì che il 29 marzo 1877 (anniversario della fondazione della Legione) il Comune di Roma inaugurasse la lapide, e anche un bassorilievo del poeta polacco in Campidoglio, alla presenza, naturalmente, dell’amico Lévy che, come si vede, aveva la mania dei monumenti. Un anno dopo, 1878, il “Mazzini polacco” ebbe, sempre in Campidoglio, un suo busto commemorativo, sempre alla presenza di Lévy che non contento lo portò poi in processione a Parigi, scrivendo infine, sulle commemorazioni capitoline, un articolo sulla rivista della Massoneria italiana: Adamo Mickiewicz in Campidoglio.
(...) Perfettamente Ebreo (malgrado il suo battesimo) e perfettamente massone, Armand Lévy sembra realizzare in sé stesso il termine forgiato da Mons. Jouin: “giudeomassoneria”. E per l’appunto, Armand Lévy svolse un ruolo importante in due associazioni che collegano massoneria e mondo ebraico: l’Alleanza Israelitica mondiale e i B’naï B’rith. Jean-Philippe Schreiber (25 ) ci dà maggiori ragguagli: iniziato fin dal 25 1858 nella Loggia Saint-Vincent de Paul 133 di Parigi, Lévy frequenta anche la Loggia La Renaissance par les Emules d’Hiram assieme al rabbino Elie Aristide Astruc, Alexandre Weil e Moses Hess (26 ). Astruc e un altro massone, più volte ministro, Isaac Moise detto Adolphe Crémieux, fondano nel 1860 l’Alliance Israélite Universelle, in seguito ai fatti di Damasco e al caso Mortara, ispirandosi ai principi della massoneria. I giudei romeni fanno appello nel 1867 all’Alliance Israélite in vista della “restaurazione d’Israele” e l’anno seguente il rabbino Taubes e Armand Lévy intervengono in questo senso presso il governo romeno (27 ).
Nel 1873, Lévy conribuì a fondare il Comitato dell’Alliance Israélite a Roma (28 ). Quanto all’appartenenza di Lévy ai B’- naï B’rith (Figli dell’Alleanza), fondata negli Stati Uniti nel 1843 (29 ) molti autori antimassonici fanno riferimento a un documento sottoscritto da Armand Lévy (con il nome iniziatico di Natanael Kelup-Abiachaz), in quanto delegato del Sublime Concistoro del B.B., ed Albert Pike, in quanto rappresentante della Massoneria Universale, di mutuo riconoscimento tra le due associazioni. La fonte di tale documento però è l’ex-massone (convertito al Cattolicesimo) Domenico Margiotta, nel suo libro Adriano Lemmi, Capo Supremo dei Liberi Muratori (anche: Ricordi di un Trentatrè), pubblicato nel 1894 con prefazione del “dottor Bataille” e lettera di Mons. Fava, vescovo di Grenoble. Purtroppo detta fonte, come tutto quello che riguarda il Palladismo e il caso Léo Taxil, non è assolutamente certa, al contrario. Il testo del documento è riferito anche da Emmanuel Ratier nell’opera documentatissima Misteri e segreti del B’naï B’rith (pp. 56-57 della nostra edizione italiana), anche se l’autore francese non sembra dargli, anche lui, una credenza assoluta (parla del fatto come un ‘lato aneddottico’ della invece più che dimostrata collusione tra Massoneria e B’naï B’rith). Vista la vita e il pensiero di Lévy, la sua appartenenza ai B.B. appare, comunque, verosimile. Chiedersi come sia possibile che un bonapartista (30 ) amico dei Rothschild abbia potuto militare nella Prima Internazionale (31) e sotto la bandiera rossa della Comune di Parigi rivela una certa ingenuità, tipica di chi ignora le sotterranee collusioni della rivoluzione. (Come ingenuo sarebbe colui che si chiedesse come mai il Lévy, così ostile alla religione quando si tratta di quella cristiana e cattolica, si sentisse invece così legato ai rabbini e alle sue radici ebraiche).
3. Torniamo al monumento…
A tutti è nota la statua con la lugubre figura di Giordano Bruno; meno noti, nello stesso monumento, i medaglioni del basamento. Ce li descrive un articolo pubblicato sul sito del Grand’Oriente, Giordano Bruno, iconografia eretica del celebre monumento di Ettore Ferrari.
«Intorno al basamento della statua si stagliano otto medaglioni con i ritratti dei “martiri del libero pensiero”. In senso orario, partendo dal lato nord troviamo: Huss e Wycliff, contestatori della Chiesa prima della Riforma protestante; a est Michele Serveto e Antonio Paleario, umanisti critici della dottrina ecclesiastica; a sud LucilioVannini e Pietro Ramo, protestanti [Giulio Cesare Vanini e Pierre de la Ramée, n.d.a.]; a ovest Tommaso Campanella e Paolo Sarpi. Sotto i medaglioni tre rilievi nei quali Ferrari raccontò: Bruno all’università di Oxford; la sentenza del Sant’Uffizio e l’epilogo tragico. Sulla parte 26 anteriore l’iscrizione composta dal filosofo e massone Giovanni Bovio: “A Bruno il secolo da lui divinato, qui, dove il rogo arse”. “Chissà quante volte – commenta Massimo Bucciantini sul Sole 24 Ore – lo scultore Ettore Ferrari si sarà chiesto quale impatto un monumento del genere avrebbe avuto sul pubblico. Non era una ‘semplice’ statua come le altre che si vedono sotto il cielo di Roma. Era il frutto di una sinergia perfetta: ai bassorilievi spettava il compito di raccontare i momenti salienti della vita del Nolano, ai medaglioni di fissare nella memoria i crimini commessi dalla Chiesa Cattolica – e non solo – contro la libertà di coscienza e di pensiero” (peccato che molti dei Riformatori ritratti nei medaglioni negassero sic et simpliciter, non solo la libertà di coscienza e di pensiero ma finanche la libertà e il libero arbitrio, come pare pure i ‘filosofi’ del Sole 24 Ore, seguaci del determinismo assoluto delle neuroscienze; e allora, di che libertà stiamo parlando?). Gli adoratori della Libertà che non credono alla libertà, sono anche anticlericali che venerano frati e preti, purché naturalmente sfratati e spretati, o almeno eretici, invece se un prete o un frate muore ucciso per la Fede cattolica non è da considerarsi – ovviamente – un martire del Libero Pensiero che i massoni si curino di monumentizzare, ma un martire del “Fanatismo”. Huss e Wycliff erano sacerdoti, lo erano Campanella e Bruno, religiosi domenicani, Sarpi religioso servita, carmelitano il Vanini (con una sola ‘n’), agostiniano Lutero che, come vedremo, si nasconde nel medaglione di Vanini.
4. Gittò la tonaca Martin Lutero…
Infatti, continua il Bucciantini nel citato articolo Lutero in Campo dei Fiori: “Ma a •Armand Lévy (sulla copertina del libro di Boreisza: vedi nota 17) • I medaglioni sul basamento del monumento a Giordano Bruno: sotto il Vanini c’è il volto di Lutero un osservatore attento il monumento riserva un’altra sorpresa. Una sorpresa a dir poco stupefacente. I ritratti non erano otto, ma nove. Un medaglione ne conteneva due. Quello del filosofo ed eretico Vanini riportava, seminascosto, un altro ritratto, piccolissimo ma perfettamente riconoscibile: l’omaggio segreto a Lutero. A pochi passi da san Pietro. Per l’anticlericale Ferrari il ritratto dell’acerrimo nemico del papato non poteva mancare, e faceva tornare alla memoria le parole pronunciate da Bruno a Wittemberg in onore del grande riformatore: ‘Il vicario del tiranno dell’inferno, volpe e leone, armato delle chiavi e della spada, d’ipocrisia e di ferocia, aveva infetto l’universo di un culto superstizioso e d’ignoranza brutale, sotto il titolo di sapienza divina, di semplicità cara a Dio. Nessuno osava opporsi a questa belva vorace, quando un novello Alcide si levò per riformare il secolo indegno, l’Europa depravata a stato più puro e più felice’”. Il primo ad accorgersi, pare, della presenza di Lutero in Campo dei Fiori, fu lo storico svedese Lars Berggren nel 1991. Ma già tra il 1863 e il 1881, data della stesura definitiva, il fratello libero muratore Giosuè Carducci (uno dei promotori del monumento a Giordano Bruno), iniziato alla Loggia Galvani di Bologna nel 1862, fondatore della Loggia Felsinea, passato il 20 aprile 1886 alla Loggia Propaganda Massonica di Roma dove fu elevato al grado 33° del rito scozzese, scriveva, nel suo Inno a Satana:
Gittò la tonaca Martin Lutero: Gitta i tuoi vincoli Uman pensiero, E splendi e folgora Di fiamme cinto; Materia innalzati: Satana ha vinto.
5. Da Campo dei Fiori al Vaticano
“A pochi passi da San Pietro”: il laico Bucciantini s’emoziona al pensiero che il ritratto di Lutero sorga seminascosto a Roma, in Campo dei Fiori, ‘a pochi passi da San Pietro’, ove, secondo il gran maestro Garibaldi, stava la ‘baracca di cotesti pagliacci che villeggiano sulla sponda destra del Tevere’. Molto di più dovrebbe allora rallegrarsi del fatto che non un piccolo ritratto, ma una statua di Lutero abbia fatto i pochi passi suddetti in direzione di San Pietro, quando l’effigie dell’eresiarca sassone fu esposta all’ammirazione di tutti dallo stesso “pagliaccio” (copyright del ‘padre della Patria’ Peppino Garibaldi) Jorge Mario Bergoglio, in occasione del ‘pellegrinaggio’ ecumenico a Roma dei Luterani, il 13 ottobre 2016 (aula Paolo VI). La libertà di coscienza e di pensiero fa ormai parte dell’insegnamento ufficiale (dichiarazione conciliare Dignitatis humanæ personæ), il Sant’Uffizio è stato soppresso, Giovanni Paolo II ha ripetutamente chiesto scusa per i “peccati” della Chiesa, particolarmente durante il “giubileo” del 2000. In occasione del Concordato tra Stato e Chiesa, Pio XI chiese invano a Mussolini la rimozione del monumento a Giordano Bruno; il Duce si limitò a impedire manifestazioni e commemorazioni di piazza. Il 14 febbraio 2000, con lettera del cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, Giovanni Paolo II fece conoscere il “rammarico” dei modernisti per la condanna di Giordano Bruno. (…)
La “seconda breccia di Porta Pia”, il monumento a Giordano Bruno, non infastidisce più, pertanto, da quando vi sono i modernisti al potere, tanto più che essi non mancano di celebrare e solennizzare persino la prima e autentica breccia di Porta Pia, quella del XX Settembre (33 ).
Quanto ai massoni, si può dire che essi abbiano buona memoria storica e sappiano ben individuare nei protestanti, specie antitrinitari, nell’ermetismo e nel cabalismo rinascimentali (34 ), e perché no, giacché lo evocano Carducci e Michelet, in Satana stesso, gli antesignani del proprio pensiero e della propria battaglia. Il problema è che coloro che si dicono cattolici, oggigiorno, abbiano dimenticato i propri, sventolando a più non posso le bandiere del nemico. Questo modesto articoletto ha proprio questo scopo: ricordare ai veri cattolici chi siano i nostri eterni nemici, perché senza corretta diagnosi non c’è cura che tenga.
Note
1) Gustave Bonickhausen (1832-1923), che mutò il cognome in Eiffel nel 1852, era “membro di una Loggia del Grande Oriente di Francia” (MICHEL GAUDART DE SOULAGES e HUBERT LAMANT, Dictionnaire des Francs-Maçons européens, Dualpha, 2005, p. 337).
2) Fréderic-Auguste Bartholdi (1834-1904), fu iniziato il 14 ottobre 1875 dalla Loggia Alsace-Lorraine, Oriente di Parigi, e divenne Maestro il 9 dicembre 1880 (GAUDART DE SOULAGES, Lamant, op. cit, p. 79).
3) VITTORIO GNOCCHINI, L’Italia dei liberi Muratori, Erasmo Editore, Mimesis, collana Il flauto magico, 2005, pp. 119-120.
4) ivi, p. 47.
5) ivi, pp. 87-88.
6) ivi, p. 21. Lo attesta il Gran Maestro Ferrari.
7) ivi, p. 101. 8) ivi, p. 277. 9) ivi, p. 245.
10) (Vivere Jesi) Massoneria jesina in consiglio comunale, Presidente circoscrizionale Illuminati: 'Evento storico' - Grande Oriente d'Italia - Sito Ufficiale; http://loggiaheredom1224.blogspot.it...ano-bruno.html
Sulla famiglia, cf. il Libro d’oro della nobiltà italiana, dove ho trovato le date di nascita e di morte.
11) GNOCCHINI, op. cit., p. 79. 12) ivi, 85.
13) ALDO ALESSANDRO MOLA, Storia della Massoneria italiana dall’Unità alla Repubblica, Bompiani, 1976, p. 313.
14) Dizionario biografico degli italiani, vol. 27, 1982, voce Colocci: Molto attivo, si muoveva frequentemente tra Iesi, Roma e Pisa, fondò i Comitati progressisti marchigiani per le elezioni del 1876, sviluppò relazioni con immigrati francesi e polacchi, fu tra i fondatori dell'Accademia “Adam Mickiewicz”, chiaramente polonofila, si batté in favore degli ebrei di Romania, strinse amicizia con Władysław Mickiewicz, figlio di Adam, e con il comunardo Armand Levy, del quale rilevava l'“idealismo” contro l'“opportunismo ... inventato per legittimare tutte le capitolazioni di coscienza”.
15) GAUDART DE SOULAGES, HUBERT LAMANT, op. cit., p. 590.
16) Suo nonno era un giudeo di Metz che sposando una cattolica si fece battezzare. Suo padre, Georges, partecipò alle campagne napoleoniche. Per conoscere meglio il personaggio leggete: Il vero volto di Giordano Bruno Pietro Balan (Pagg. 86) € 8,00 e-commerce di Sodalitium - La buona stampa integralmente cattolica
17) JERZY W. BOREISZA, Sekretarz Adama Mickiewicza. Armand Lévy i jego czasy (Il segretario di Adam Mickiewicz. Armand Lévy e il suo tempo), Varsavia 1969, poi 2006. PAWEL KORZEC ne ha fatto una interessante recensione in francese nella rivista Annales, 1972, vol. 27, n. 3, pp. 779-783, che si può leggere a questo indirizzo: Annales - Persée 2649_1972_num_27_3_422536_t1_0779_0000_4
18) Sodalitium n. 49, anno 1999, pp. 30-41; traduzione francese n. 48. L’articolo è stato anche tradotto in polacco.
19) G. SCHOLEM, Le tre vite di Moses Dobrushka, Adelphi, 2014. La madre di Moses Dobrushka era cugina di Jacob Frank (1726-1791) il fondatore della setta alla quale apparteneva Dobrushka. “Convertitosi” al cattolicesimo, prese il nome di Franz Thomas von Schönfeld. La “conversione” non impedì al nuovo “cristiano” di entrare in massoneria (prima del 1780), prima quella ordinaria, e poi in due Ordini, rispettivamente quello dei Cavalieri della Vera Luce (1781) e quello dei ‘Fratelli Asiatici’ (1783). La terza vita del protagonista fu quella del rivoluzionario giacobino sotto il nome di Sigmund Gottlob Junius Frey. Siccome la Rivoluzione divora i suoi figli, e il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, il cittadino Junius Frey fu coinvolto nella disgrazia di Danton e Chabot e con loro ghigliottinato il 5 aprile 1794.
20) Sia la madre, sia la moglie, appartenevano a famiglie frankiste: vedi Sodalitium, cit., pp. 35-36.
21) Le notizie sugli onori romani a Mickiewicz sono tratte dall’articolo di BRONISLAW BILINSKI, Il lauro capitolino di Adamo Mickiewicz, pubblicato in Strenna dei Romanisti, 21 aprile 1989 (2742 ab Urbe condita), pp. 73 ss. L’autore cita il libro di Borejsza, e anche: L’ombra di Mickiewicz. Armand Lévy e l’Italia in Conoscersi, Roma,. n. 64-65, 1971, pp. 85 ss.
22) Nome islamico di Michele Czajkowski (1804- 1886), legato al principe Adam Czartoryski, figlio del massone Adamo Casimiro. Coinvolti entrambi nella rivolta del novembre 1830. In odio ai russi si fece turco. Più tardi, divenuto panslavista, divenne russofilo. Morìsuicida.
23) Il dizionario GAUDART DE SOULAGES-LAMANT (op. cit.) elenca tra i massoni europei quattro Rothschild (lista che ritengo non esaustiva): Nathan Mayer (1777-1836), Anselm (1803-1874), Ferdinand (1839- 1899) e Mayer detto James (1792-1868) padre dell’Alfonso in questione.
24) N. GRUSS, Une amitié exemplaire: Adam Mickiewicz et Armand Lévy, Les Nouveaux Cahiers (rivista dell’Alliance Israélite) n. 26, 1971, in: http://turquetto.blogspot.com/2012/0...ine-juive.html All’indirizzo citato si trovano ampi riferimenti tratti da scritti di Lévy in favore dei Bonaparte e della politica francese filo-turca, il suo tentativo di ricostituire una Legione ebraica questa volta in Romania nel 1857, e di organizzare l’emigrazione ebraica in Palestina nel 1867, per cui Turquetto può a buon motivo definire Lévy come un proto-sionista.
25) JEAN-PHILIPPE SCHREIBER, Les élites politiques juives et la franc-maçonnerie dans la France du XIXe siècle, in Archives Juives, 2010/2 vol. 43. Si veda https://www.cairn.info/revue-archives-juives-2010-2- page-58.htm Dello stesso autore, con LUC NEFONTAINE, vedi Judaïsme et Franc-maçonnerie. Histoire d’une amitié, Albin Michel, 2000, in cui si parla dei legami tra Massoneria e Alliance Israélite. 29
26) MOSES HESS (1812-1875), militante comunista e amico di Marx ed Engels (sarebbe suo il motto marxiano sulla “religione oppio dei popoli”). Hess fu anche proto-sionista (come Armand Lévy), con il libro “Roma e Gesusalemme” (1862) che ispirò Thedor Herzl. Sepolto nel cimitero ebraico di Colonia, le sue spoglie sono state traslate in Israele.
27) Cf. CAROL IANCU, “Aux sources de l'Etat d'Israël : La Conférence sioniste de Foc ani (1882) en Roumanie”, in JEAN-ANTOINE GILI et RALPH SCHOR (dir.), Hommes, idées, journaux. Mélanges en l'honneur de Pierre Guiral, Paris, Publications de la Sorbonne, 1988, pp. 219-220. Citato da Turquetto. 28) L’attività di Armand Lévy in Italia a favore degli Ebrei di Rumenia nel 1879, in La rassegna mensile di Israel, n. 6 giugno 1956: https://www.jstor.org/stable/4127815...n_tab_contents
29) EMMANUEL RATIER, Misteri e segreti del B’naï B’rith. La più importante organizzazione ebraica internazionale. Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia, 1995.
30) Lévy era particolarmente legato al principe Napoléon Joseph Charles Paul, detto Jérôme Bonaparte, noto come Plon Plon, membro della Loggia “Amis de la Patrie”, candidato Gran Maestro nel 1862, Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Grand’Oriente di Francia (GAUDART-LAMANT, op. cit. p. 136). Ma Lévy era in buoni rapporti con lo stesso Imperatore Napoleone III. Il mito napoleonico (Napoleone come un messia degli ebrei) era vivo tra i discepoli di Towianski, cf. Adam, Karol, Jacob, cit., pp. 33 e 39-40, nota 10, e tra gli ebrei in genere, cf. BERNARD LAZARE, L’Antisemitismo. Storia e cause, 1894, edizione italiana: Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia, 2000, pp. 167 e 277.
31) BERNARD LAZARE, op. cit., p. 276, 289, nota 21, ove l’autore, ebreo e socialista, evoca il concorso degli ebrei al movimento socialista e alla Comune di Parigi, e in genere, a tutte le Rivoluzioni.
32) Testo completo in: http://www.vatican.va/roman_curia/se...letter_it.html
Per chi, legato alla mentalità moderna, fosse tentato di dar ragione ai fautori della libertà religiosa in materia di Inquisizione, rinvio ai seminari di studio tenuti a Modena sull’Inquisizione (anno 2015) e sulle Guerre di religione (anno 2016), che si possono ascoltare sul nostro canale YouTube.
33) Sodalitium, n. 65, pp. 57 ss: La breccia di San Pietro.
34) Sull’influenza di Bruno sul pensiero rosacruciano e massonico, si consultino (con prudenza) le opere di FRANCES YATES: Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, 2006; L’illuminismo dei Rosacroce, Mimesis, 2011; Cabala e occultismo nell’età elisabettiana, Mondadori, Einaudi, 2002, nonché, se lecito citarmi ancora, il video sulla conferenza da me tenuta a Bologna sulla Massoneria.».
“Centro Librario Sodalitium” che ha pure ripubblicato nel 2009 il libretto di Mons. Pietro Balan del 1886 intitolato “Il vero volto di Giordano Bruno”, recensione di Don Ugo Carandino:
17 febbraio 1600 « www.agerecontra.it
Luca, Sursum Corda!
ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
«Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»
SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!
https://forum.termometropolitico.it/2301-vero-volto-giordano-bruno-419-anniversario-arsione-2.html