Il caso Orlandi ha visto l'ex carabiniere Antonio Goglia tornare a esprimere le sue convinzioni con rinnovata determinazione, affermando di voler far emergere una verità che è rimasta nascosta per troppo tempo. Goglia, che ha sempre sostenuto con fermezza che il corpo di Emanuela si trovasse nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, continua a lavorare come dipendente del Comune di San Giorgio a Cremano e non ha mai smesso di indagare.
Egli ribadisce con fermezza che ci siano collegamenti tra la scomparsa di Emanuela, l'attentato a Papa Wojtyla e il delitto di Mirella Gregori, attribuendo la responsabilità a frati sedevacantisti. 
Goglia ha condotto uno studio approfondito sugli eventi criminosi legati al Vaticano negli anni '80, affermando che la verità su questi casi è più semplice da comprendere se vista attraverso la lente del sedevacantismo.
Ecco alcune delle sue affermazioni chiave:
Responsabilità: Goglia sostiene di aver individuato la responsabilità di ambienti sedevacantisti, in particolare di frati di questo movimento.
Verità taciuta: La verità su Mirella Gregori, Emanuela Orlandi e l'attentato al Pontefice del 1981 è, secondo lui, più chiara se analizzata attraverso il sedevacantismo.
Collegamenti storici: Goglia menziona il secondo attentato a Wojtyla, avvenuto nel 1982, come un evento che offre una chiave di lettura per comprendere la scomparsa di Emanuela.
Le sue dichiarazioni forniscono spunti di riflessione e meritano un'attenta considerazione, poiché si intrecciano con eventi storici significativi e misteriosi.
I sedevacantisti credono che il messaggio della Madonna di Fatima sia destinato a loro e che rappresenti un invito della Vergine a rimuovere fisicamente i pontefici considerati eretici che hanno occupato il soglio di Pietro dopo Pio XII. L'ex carabiniere Antonio Goglia chiarisce: "I sedevacantisti sono emersi dal Concilio Vaticano II, durante il quale 158 padri conciliari, principalmente sudamericani, rifiutarono di accettare le conclusioni."
Un personaggio chiave in questo contesto è Joaquin Saenz y Arriaga, un gesuita che ha fondato il movimento sedevacantista e che fu scomunicato nel 1972; è noto anche per il suo libro intitolato “Paolo VI non è il papa legittimo”.
Goglia aggiunge che l'attentato del 12 maggio 1982, chiaramente legato al sedevacantismo, è stato tenuto nascosto per evitare collegamenti con l'attentato del 1981, compiuto da Agca, e il successivo sequestro di Emanuela Orlandi. Questa informazione è emersa solo nel 2008, grazie a una rivelazione del Cardinale polacco Dzwisz, stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, e ha rappresentato una sorta di "quarto segreto di Fatima" che è passato quasi inosservato in Italia. Infine, si segnala che l'attentatore spagnolo fu condannato a sei anni, ma ne scontò solo tre.
I sedevacantisti attivi in Italia richiedevano la liberazione di Ali Agca, il quale, lungi dall'essere un fervente sostenitore del sedevacantismo, era semplicemente un mercenario. 
Non riuscendo a ottenere la sua scarcerazione in modo rapido e indolore, questi gruppi sequestrarono e uccisero prima Mirella Gregori e poi, con maggiore clamore, Emanuela Orlandi.
Inoltre, ci sono evidenti tracce di sedevacantismo nel materiale cartaceo e nelle comunicazioni telefoniche riguardanti i sequestri di Gregori e Orlandi, a partire dal cosiddetto codice 158, che si riferisce ai padri conciliari dissidenti del Concilio Vaticano II, molti dei quali si identificarono come sedevacantisti. Questi documenti fanno anche riferimento al mondo dei frati, che in gran parte aderirono a questa corrente.Goglia sottolinea con convinzione che un elemento chiave è contenuto in una lettera del 27 ottobre 1983, indirizzata al giornalista R. Roth, che chiarisce la situazione: in essa si afferma che Mirella Gregori è stata rapita nel piazzale di Porta Pia, e si collega la data della breccia all'ultimatum per la liberazione di Agca (20/9/1870 - 20/7/1983). I sedevacantisti, come tutti i tradizionalisti cattolici, associano la conquista sabauda alla fine dell'autorità temporale del pontefice. 
Questo evento traumatico portò immediatamente alla sospensione del primo concilio vaticano, rivelando già i segni di un indebolimento del concetto di infallibilità papale, che si manifestò poi durante il Concilio Vaticano II, al quale i 158 padri conciliari sedevacantisti si dichiararono scismatici.
Infine, si ribadisce che il movimento sedevacantista è emerso all'interno del Concilio Vaticano II, grazie a cardinali, per lo più sudamericani, che rifiutarono le conclusioni dell'assemblea.
I membri del movimento sedevacantista hanno stabilito che l'ultimo pontefice legittimo sia stato Pio XII, o al massimo Giovanni XXIII, considerando i papi successivi come eretici. 
Questo movimento, particolarmente attivo in Brasile, è caratterizzato da un forte risentimento e ostilità nei confronti della Curia romana, con un linguaggio nelle loro pubblicazioni che risulta estremamente aggressivo.
Antonio Goglia, ex carabiniere, afferma: “Discutere di Emanuela Orlandi significa dare spazio ai sedevacantisti, il che è inaccettabile; sarebbe meglio concentrare l'attenzione su figure come Enrico de Pedis, la Magliana e Minardi.” Goglia conclude che, secondo le sue ricerche, il sedevacantismo potrebbe essere collegato anche alla morte di Roberto Calvi, trovato sotto il ponte dei Frati Neri, e di Alois Estermann, Cedric Tornay e Gladys Meza Romero. Questo apre la strada a ulteriori indagini sulla morte di Papa Luciani e sull'abdicazione di Papa Ratzinger.
L'interesse pubblico per il caso Orlandi rimane vivo, grazie alla determinazione di chi non si arrende e cerca la verità. La curiosità è alimentata da una lettera anonima enigmatica ricevuta da Radio Cusano Campus, ripresa anche in un servizio su “Giallo”, e da vari programmi televisivi di approfondimento. 
Ci sono anche segnalazioni di sensitivi di Agrigento che sostengono che i resti di Emanuela siano murati in una stanza del Vaticano e che sia stata eliminata perché sapeva troppo sui presunti festini segreti.Attualmente, le indagini sono in corso sia in Vaticano che in Procura, e molti sperano che l'istituzione della Commissione Parlamentare d'inchiesta, approvata dal Senato a novembre, possa finalmente portare a quelle certezze che sono state attese per anni e che, vergognosamente, non sono mai state raggiunte. Tutti gli abitanti del mondo hanno il diritto di conoscere la verità su questo e su molti altri misteri che avrebbero dovuto essere svelati da tempo.
Si ringrazia sentitamente Antonio Goglia per il permesso alla pubblicazione. 
Collegamenti:
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