L’amore e il suo opposto si scontrano in una lotta continua. Anael è l’Angelo che incarna l’Amore, mentre Lilith ne rappresenta il lato oscuro e contrario. In epoche antiche, il grande teurgo Giamblico evocò queste due forze. Da un fiume emersero due bambini: l’amore e il suo antagonista, Eros e Anteros, Anael e Lilith. La folla, testimone di questo prodigio, si inchinò con reverenza davanti al potente teurgo.
Il discepolo che percorre il sentiero impervio verso il Nirvana si immerge in un’estasi profonda quando ha la fortuna di vedere Anael, l’Angelo dell’Amore. Anael appare come un giovane splendente all’alba, pronto a manifestarsi a chi lo invoca con fede. La sua presenza riporta l’anima alla purezza perduta del Giardino dell’Eden. I suoi capelli dorati scendono come una cascata sulle spalle candide, e il suo volto ha il delicato colore dell’aurora. Vestito con una tunica bianca, Anael è di una bellezza che sfugge a ogni descrizione. È l’Angelo della musica e dell’amore, simbolo di bellezza e dolcezza, il tenero Cupido degli innamorati, l’estasi di ogni adorazione.
Lilith, il rivale oscuro di Anael, ne è l’opposto inevitabile. È un bambino dal carattere malvagio, l’Angelo infernale che incarna tutte le grandi delusioni amorose, un sovrano degli inferi interiori dell’uomo. Lilith non può sopportare lo sguardo di Anael, ma resta la sua ombra oscura. Il suo aspetto è quello di un bambino malvagio, con capelli arruffati e scoloriti, un volto crudele e una tunica dai toni neri e blu, simboli di un mondo di crudeltà e amarezza.
Anael rappresenta il lato positivo di Venere, mentre Lilith ne incarna quello negativo. Lilith è associata a tutto ciò che è distruttivo nella sfera sessuale: aborti, pederastia, degenerazione, omosessualità, infanticidi e altro ancora.
Insieme a Lilith, Nahemah è un altro demone nato dall’allontanamento dal Giardino dell’Eden, conosciuta come la madre dell’adulterio. Nella Cabala, è legata alla Qliphah di Nehemot e talvolta considerata madre di Asmodeo.

