Nell’antica scrittura sacra egizia, la parola cuore era raffigurata da un unico simbolo: il vaso. Tale simbolo risulta ancora più calzante se si pensa che il cuore è il vaso entro cui la vita, associata allo scorrere del sangue, compie il suo divenire in un continuo fluire da sistole a diastole. La concezione materialistica contemporanea ha purtroppo ridotto il cuore a una pompa, oggetto meccanico la cui pulsazione permette la vita fisica, ma le cose non stanno esattamente così, come ebbe modo di dire più volte Rudolf Steiner, poiché dal punto di vista spirituale, non è il cuore che battendo pompa il sangue alla periferia del nostro corpo, bensì il contrario: esso batte perchè mosso dal fluire del sangue, portatore dell’Io dell’uomo, del ritmo e della vita fisica stessa.
Il fluire del sangue da un atrio a un ventricolo è rappresentato simbolicamente dal XIV Arcano Maggiore dei Tarocchi, la Temperanza. In esso si vede una donna intenta a versare l’acqua da una brocca ad un altra, con un movimento ritmico alternato incessante. Quest’azione rimanda immediatamente al solve et coagula alchemico, e anche all’entrata dello spirito nella materia (come l’acqua entra nella brocca). Il cuore, allora, è l’athanor in cui si compie la grande opera di trasformazione, il forno al cui interno avviene la combustione ad opera del Fuoco Segreto, che porta al conseguimento dell Pietra Filosofale.
E proprio la Temperanza sta a indicare che tale traguardo può essere raggiunto solo mediante la virtù della moderazione, bruciando e raffinando le passioni smodate e le brame sul fuoco dello Spirito, andando sempre più in profondità, fino al centro assoluto del nostro essere, come ci insegna il V.I.T.R.I.O.L., è lì trovare la pietra nascosta del nostro Io Superiore.
Fonte: http://www.specusalchemicus.it/il-cuore-alchemico/
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