Isaac il cieco - Libro di Bahir, importante testo iniziale della Cabala ebraica

Isacco il Cieco Isacco il Cieco (Yitzhak Saggi Nehor (ebraico: רַבִּי יִצְחַק סַגִּי נְהוֹר)) (c. 1160-1235 in Provenza, Francia), era un rabbino francese e un famoso scrittore di Kabbalah (misticismo ebraico). L'epiteto aramaico "Saggi Nehor" significa "di grande luce" nel senso di avere una vista eccellente, un eufemismo ironico per essere cieco. Alcuni storici sospettano che sia l'autore del Libro del Bahir, un importante primo testo della Kabbalah. Altri (in particolare Gershom Scholem, vedi le sue Origini della Kabbalah, p. 253) caratterizzano questo punto di vista come una "ipotesi sbagliata e totalmente infondata". Isacco era il figlio del famoso talmudista Abraham ben David de Posquières (Raavad). 

Il Bahir apparve per la prima volta nel Medioevo, intorno al 1200 d.C. in Francia. Discute una serie di idee che divennero importanti per la Kabbalah, e sebbene le origini dell'opera anonima siano oscure, c'erano importanti cabalisti che scrivevano allo stesso tempo in Francia. Il più influente di questi fu Isacco il Cieco. 

I concetti mistici di Isacco il Cieco 

Isaac riteneva che le Sefirot avessero la loro origine in un livello nascosto e infinito nel profondo dell'Ayn Sof, o Essere Divino (lett. Quello senza fine). Credeva che Makhshava (Pensiero Divino) emanasse da Ayn Sof, che era la prima qualità soprannaturale. Il resto delle sefirot emanava dal Pensiero Divino. Gli esseri individuali nel mondo sono manifestazioni materiali delle Sefirot, sebbene a un livello di realtà inferiore. L'esperienza mistica aiuta a salire i livelli delle emanazioni per unirsi al Pensiero Divino. Lo studente più famoso di Isaac era Azriel di Gerona.

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